CHI HA VINTO?

E’ tutto da ridere ma è successo:
il giocatore A, durante uno scambio, arriva a fatica su un recupero procurandosi uno stiramento. Colpisce comunque la pallina che scavalca appena la rete. L’avversario B, nel tentativo di raggiungerla, punta male il piede con conseguente distorsione alla caviglia.
Entrambi non sono in grado di continuare la partita, ed entrambi sportivamente lo ammettono, ritirandosi contemporaneamente. Colmo dei colmi: il punteggio era 4 pari 15 pari, quindi in perfetta parità.
Io sono poi andato via e non so come sia andata a finire, però mi piacerebbe sapere chi, di diritto, avrebbe vinto l’incontro.
Ok che al turno seguente nessuno dei due si sarebbe potuto presentare, ma poniamo il caso che si fosse trattato di una finale. Nel tennis il pareggio non esiste.
O forse sì?

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RIFLESSIONI SUL SISTEMA CLASSIFICHE

L’attuale sistema di acquisizione della propria classifica di merito ha parecchie falle e andrebbe assolutamente corretto, in quanto la componente “fortuna” assume un ruolo troppo importante.Sappiamo benissimo che in ogni tabellone si può trovare qual…

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RIFLESSIONI SUL SISTEMA CLASSIFICHE

L’attuale sistema di acquisizione della propria classifica di merito ha parecchie falle e andrebbe assolutamente corretto, in quanto la componente “fortuna” assume un ruolo troppo importante.Sappiamo benissimo che in ogni tabellone si può trovare qual…

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RIFLESSIONI SUL SISTEMA CLASSIFICHE

L’attuale sistema di acquisizione della propria classifica di merito ha parecchie falle e andrebbe assolutamente corretto, in quanto la componente “fortuna” assume un ruolo troppo importante.
Sappiamo benissimo che in ogni tabellone si può trovare qualche giocatore che vale molto più della propria classifica, così come è possibile incontrare giocatori i quali, avendo speso migliaia di euro di iscrizione negli anni precedenti, hanno potuto godere di parecchi sorteggi “fortunati” fino a raggiungere classifiche non consone al proprio reale valore.
Detto questo, non trovo assolutamente giusto che i punti vengano attribuiti in base alla classifica corrente dei giocatori, ma sarebbe almeno più equo distribuire i punti in base alla classifica raggiunta nel corso dell’anno.
Facciamo un esempio: un giocatore di classifica 4.5 (magari lontano dai tornei da tempo), ad un certo punto dell’anno ha battuto 5 giocatori di classifica 4.1. In quel momento lui stesso ha già matematicamente raggiunto la stessa classifica e quindi vale almeno 4.1 se non di più. Per chi però dovesse essere così bravo da batterlo, quel giocatore vale esattamente quanto un vero 4.5 di valore nettamente inferiore.
Così come chi incontra un 4.1 che l’anno seguente verrà retrocesso, otterrà punti per aver battuto un 4.1 quando in realtà quel giocatore vale 4.2 se non di meno.
Mi pare che in tutto questo qualcosa quadri poco e una bella sistematina ci starebbe proprio bene.

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ALTEZZA DELLA RETE

Se, a match in corso, uno dei due giocatori chiede la verifica dell’altezza della rete, e questa risulta non regolare, è giusto che il punteggio riparta da zero?
Non sono riuscito a trovare nulla in proposito nel regolamento.
E’ successo recentemente in un torneo che l’arbitro abbia fatto iniziare nuovamente l’incontro nonostante un set fosse già stato concluso e il secondo già iniziato.

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BRAVISSIMA FRANCESCA, PERÒ…

Non vorrei essere frainteso. L’impresa compiuta da Francesca Schiavone porta con sè un valore sportivo immenso, e solo chi come noi è appassionato del nostro sport, può capirne fino in fondo la grandezza.
Non avevo pianto quando Panatta vinse Parigi nel 1976, avevo 15 anni e non ero abbastanza maturo per capire cosa fosse successo.
Al contrario, vedere Francesca alzare la Coppa, qualche lacrimuccia me l’ha fatta versare.
Approfitto di questo spazio cortesemente messo a nostra disposizione per ringraziare di cuore Francesca per l’emozione che ha saputo regalarci.
Detto questo, la vittoria a Parigi non ha un valore soltanto sportivo, ma rappresenta anche un’enorme soddisfazione economica per chi riesce ad aggiudicarsi quel trofeo.
Francesca ha così potuto rimpinguare il già cospicuo conto in banca incassando un assegno pari a (correggetemi se sbaglio) 1.120.000 euro.
Che non si gridi allo scandalo per questo! Attorno al nostro sport si muove una quantità di denaro talmente grande che il minimo che si possa fare è ricompensare come giustamente merita chi, in prima persona, permette che tutto il movimento si muova.
Detto anche questo, non sono d’accordo sul fatto che la Federazione abbia ritenuto opportuno versare altri 400.000 euro alla nostra campionessa, quasi come se avesse vinto una semplice medaglietta in vermeil.
Intanto, tolte le gare a squadre, il tennis è uno sport individuale dove chi gioca rappresenta solo sè stesso. L’Italia, intesa come nazione sportiva, domenica non ha vinto nulla.
Al contrario ritengo assolutamente giustificati i premi elargiti per le vittorie in Fed Cup, e il motivo è facilmente individuabile.
Inoltre con questo gesto la Federazione rischia di amplificare il significato economico della vittoria in uno Slam, denigrandone il valore sportivo.
Per quanto già ricevuto da Francesca per la sua impresa, avrei preferito sapere che quei 400.000 euro, che non è proprio una sommetta, fossero destinati ad altre iniziative. Ad esempio promuovere il tennis nelle scuole, acquistare racchette per bambini che non possono permettersele (non potrebbero pagarsi il campo? Un muro basta e avanza), aiutare altri atleti promettenti che hanno nel cassetto lo stesso sogno che Francesca ha saputo realizzare.

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CARNE DA MACELLO

Premetto che abito in provincia di Imperia, gli iscritti ai tornei non sono mai numerosissimi, ma parlando ieri con un amico di Trento, ho saputo che il malcapitato, classifica n.c., in un solo giorno, avrebbe dovuto giocare tre turni di torneo. Fortunatamente per lui è uscito al secondo turno, ma altri al posto suo i tre turni se li sono fatti tutti.
Penso sarebbe ora di finirla di considerare il popolo degli n.c., che poi rappresentano la grande maggioranza dei giocatori iscritti ai tornei, come carne da macello.
Teniamo presente anche una cosa: a quel livello molto spesso si assiste ad incontri interminabili, non avendo una tecnica di prim’ordine pochi si concedono al rischio e gli scambi sono interminabili. Immaginate come ci si possa sentire dopo aver giocato tre matches di questo tipo, con l’incubo di dover rigiocare il giorno seguente.
D’accordo, con molti iscritti in qualche modo bisognerà fare, ma non sarebbe giusto giocare doppi turni (tripli mai!!) magari in un momento più avanzato del torneo, dove già ci si gioca qualcosa e i giocatori ancora in gara hanno un’altra preparazione?
Non credo possa essere sufficiente obbligare i giocatori a presentare il certificato medico, mettendosi così la coscienza a posto in caso dovesse succedere qualcosa.

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NON MI SEMBRA COSÌ DIFFICILE COPIARE

L’attuale sistema di classifiche permette che un giocatore di alto livello, che abbia smesso di fare attività agonistica per qualche anno, possa giocare tutta una stagione tornei di una categoria non consona al proprio valore, poichè per ogni anno di inattività si scende di una posizione. Mi è capitato più volte vedere maestri di tennis classificati n.c. trovarsi a giocare con bambini alle prime esperienze. Voi lo trovate giusto? Io no, e mi chiedo se sia così difficile adottare il sistema francese. Anche da loro si scende ogni anno di una posizione, ma quando si riprende a fare tornei, alla prima partecipazione il giudice arbitro del torneo assegna d’ufficio una nuova classifica consona al livello del giocatore, che diventa operativa già dal torneo seguente. Viene inviato una fax alla federazione e rilasciata una dichiarazione al giocatore, con la quale si fa valere da subito la nuova classifica, e la vecchia non ha più alcun valore. Non che i francesi mi siano troppo simpatici, ma trovo che, almeno in questo caso, copiarli non sarebbe così difficile.

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BONUS TORNEI

Se nel corso dell’anno, l’unico giocatore di pari classifica con cui si sia subita una sconfitta, è passato ad una classifica superiore a metà anno, si ottengono ugualmente i 50 punti di bonus per assenza di sconfitte con giocatori di pari classifica? Grazie.

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GARE A SQUADRE

Un giocatore che venga inizialmente iscritto in un campionato a squadre di categoria, ad esempio D1, ma non vi abbia mai preso parte attiva ed abbia sempre giocato in un’altra serie, ad esempio C, avendo classifica pari o più bassa dell’ultimo degli i…

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GARE A SQUADRE

Un giocatore che venga inizialmente iscritto in un campionato a squadre di categoria, ad esempio D1, ma non vi abbia mai preso parte attiva ed abbia sempre giocato in un’altra serie, ad esempio C, avendo classifica pari o più bassa dell’ultimo degli iscritti, può incorrere in sanzioni che possano gravare su di lui o sulla squadra di appartenenza?

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PRECEDENZA TORNEI A SQUADRE

Ho sempre saputo che ad un giocatore impegnato in un torneo a squadre di categoria non dovrebbe essere richiesto di giocare, nello stesso giorno, in un torneo individuale. Non sempre però gli organizzatori si attengono a questa disposizione, costringe…

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PRECEDENZA TORNEI A SQUADRE

Ho sempre saputo che ad un giocatore impegnato in un torneo a squadre di categoria non dovrebbe essere richiesto di giocare, nello stesso giorno, in un torneo individuale. Non sempre però gli organizzatori si attengono a questa disposizione, costringendo spesso i giocatori a pesanti tours de force. Che diritti hanno, i malcapitati, in questo caso? Possono rifiutarsi di giocare un ulteriore match di un torneo individuale, dopo aver magari già disputato singolo e doppio in un torneo a squadre? Ed ancora, può un giudice arbitro, dopo aver messo in orario un giocatore, assegnargli una sconfitta per assenza se lo stesso non si presenta perchè contemporaneamente è impegnato in gare a squadre?

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SOSTITUZIONE DELLE PALLINE

Vorrei sapere, in una gara a squadre, con quali modalità dovrebbe essere effettuato il cambio delle palline dovendo giocare più partite in un giorno. Alcuni circoli mettono a disposizione 2 tubi di palline con i quali verranno disputati 6 o 7 incontri, altri forniscono un tubo di palle nuovo per ogni singolo incontro. Non ho trovato nulla nel regolamento che fornisca chiarimenti in merito. In particolare, quando ci si trova a giocare in campi inzuppati dalla pioggia che rendono presto inutilizzabili le palline, è possibile obbligare il circolo ospitante al cambio palle? E come dovrebbero comportarsi gli organizzatori di tornei individuali? Se un giocatore ritiene che le palle fornite non siano idonee a disputare un incontro, ha diritto a richiedere che vengano sostituite?

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A PROPOSITO DI REGOLAMENTI

Faccio un esempio pratico per spiegare il succo del mio quesito. Se un circolo ha una squadra in serie C dove, ipoteticamente, gioca un classificato 3.5, può un giocatore con classifica 3.4 o superiore giocare per lo stesso circolo, ma in serie D? Ossia, un circolo è obbligato a schierare nella squadra più alta in classifica i giocatori meglio classificati, oppure può schierarli dove ritiene più opportuno? Ho consultato il regolamento ma non sono riuscito a venirne a capo. Inoltre esiste un limite di età al di sotto del quale non è possibile schierare giocatori in competizioni che non siano tornei giovanili? Per fare un esempio, un under 12 può giocare in serie D o C che dir si voglia? Anche in questo caso il regolamento non è il massimo della chiarezza, oppure sono io che non ho saputo cercare bene.

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DOBBIAMO PROPRIO RASSEGNARCI?

Anche ad Indian Wells la pochezza tecnica dei nostri rappresentanti si è puntualmente confermata. Questa storia, ormai, prosegue da decenni e la luce in fondo al tunnel, ahimè, ancora non si intravede. Se è vero che a livello giovanile riusciamo spes…

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DOBBIAMO PROPRIO RASSEGNARCI?

Anche ad Indian Wells la pochezza tecnica dei nostri rappresentanti si è puntualmente confermata. Questa storia, ormai, prosegue da decenni e la luce in fondo al tunnel, ahimè, ancora non si intravede. Se è vero che a livello giovanile riusciamo spes…

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DOBBIAMO PROPRIO RASSEGNARCI?

Anche ad Indian Wells la pochezza tecnica dei nostri rappresentanti si è puntualmente confermata. Questa storia, ormai, prosegue da decenni e la luce in fondo al tunnel, ahimè, ancora non si intravede. Se è vero che a livello giovanile riusciamo spesso a mettere in campo degli ottimi giocatori, qualcosa evidentemente non funziona come dovrebbe al momento del passaggio tra i pro. Ora, se proprio non sappiamo trovare le ragioni di questo disagio tecnico, perchè non ci guardiamo un momentino intorno per capire cosa fanno gli altri che noi non sappiamo fare? Senza andare troppo lontano, la nostra cultura tennistica ci lega a paesi a noi molto vicini, quali Francia e Spagna. Attualmente i cugini transalpini hanno 13 giocatori tra i primi 100 e ben 3 tra i primi 11, mentre la Spagna annovera 16 giocatori nei top 100 e 4 nei primi 15. Le due nazioni insieme hanno praticamente il 50% dei primi 15 giocatori al mondo.
La mia domanda è questa: ma possibile che non sappiamo nemmeno copiare? Presi uno ad uno, parecchi di questi giocatori non sono propriamente dei talentuosi. Ciò significa che sono arrivati dove sono attraverso un duro lavoro. Non credo si possa affermare che giocatori quali Simon, Monfils, Verdasco o Ferrer, nascano più forti di un Seppi o un Bolelli. In particolare quest’ultimo credo abbia davvero molto talento, ma purtroppo non riesce ad esprimerlo come potrebbe. E non ho volutamente nominato sua maestà Rafael Nadal, perchè averne uno anche noi sarebbe davvero chiedere troppo. Ma a proposito di numeri uno, un paesino piccolo piccolo come la confinante Svizzera, oltre all’irraggiungibile Roger, ha anche l’attuale 16esimo giocatore al mondo. Beh, se noi dovessimo avere il numero 2 e il numero 16 al mondo, sarebbe davvero festa grande. Allora diamoci un’occhiatina in giro e mettiamoci a lavorare. Stavolta sul serio.

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CHIAMATA SULLA TERRA ROSSA

In caso di un incontro senza arbitro, ogni giocatore è tenuto a giudicare la palla dentro o fuori nella sua parte di campo. Il regolamento recita che “principio fondamentale è dare all’avversario il beneficio del dubbio: ogni palla, che non può essere chiamata fuori con sicurezza, è buona e rimane in gioco”. In un altro punto leggiamo: “Solo sulla terra battuta i giocatori possono verificare il segno lasciato sul terreno dalla palla chiamata”. La domanda è questa: se io giudico nella mia parte di campo, sono sempre io che sulla terra posso controllare il segno, oppure può farlo anche il mio avversario? In pratica, sono obbligato a mostrare il segno al mio avversario? Può infatti accadere che io sia talmente sicuro che la palla è fuori che non mi preoccupo di tenere d’occhio il segno. Per cui, se io non mostro nessun segno al mio avversario, lo stesso ha diritto di chiedere l’annullamento della mia chiamata, magari pretendendo anche l’aggiudicazione del punto? Inoltre, in caso io non mi senta sicuro della chiamata e decida di verificare il segno, sono solo io a decidere se la palla è dentro o fuori o può farlo anche il mio avversario venendo dala mia parte a controllare il segno?
In sostanza, non è molto chiaro cosa si intenda scrivendo che “i giocatori possono verificare il segno”. Quali giocatori? Tutti indistintamente, o solo coloro chiamati a decidere nella loro parte di campo?

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