I 100 di Roger Federer: da Milano a Dubai un’epopea lunga 18 anni

La carriera di Roger Federer di certo non aveva bisogno del titolo n.100 per essere speciale. Non era necessario che conquistasse l’ottavo titolo a Dubai per rendersi conto di essere davanti a un caso più unico che raro di talento e longevità sportiva. Non servirà nemmeno tentare l’inseguimento a Connors che resta il leader a quota 109 ma con un palmares di prestigio decisamente inferiore: eppure a 37 anni e 6 mesi lo svizzero più famoso del mondo si è voluto togliere lo sfizio della tripla cifra, una chimera per tutti da quando Jimbo ci riuscì vincendo lo US Open 1983, destinato, forse non a caso, a restare il suo ultimo Slam in carriera.

Per noi è motivo d’orgoglio che il primo titolo di Roger sia arrivato in Italia, in uno di quei tornei che abbiamo perso e che non sono più tornati: a Milano hanno vinto campionissimi assoluti di cui Federer è rimasto l’ultimo esempio, anche se nel febbraio 2001 lui era solo un giovane promettente. Ma prima di lui avevano vinto leggende come Borg, McEnroe, Lendl, Becker e Edberg.

Roger Federer ha attraversato due decenni di tennis che di solito equivalgono a quattro lustri con campioni sempre diversi. Per capire esattamente di quanto tempo stiamo parlando basta ricordare questo: il torneo di Milano non esiste più da 14 anni. La superficie su cui si giocava non esiste più nel circuito ATP: il cosiddetto Carpet, cioè il tappeto veloce scomparso dal circuito definitivamente nel 2008 con il torneo di Lione.
Dei 32 giocatori presenti nel tabellone principale di Milano 2001, 31 sono in pensione. L’unico che gioca ancora, il vincitore, è il n.4 del mondo 18 anni e un mese dopo. Solo questo basterebbe a far capire l’unicità del giocatore in questione. Un tennista che ha vinto il suo primo titolo in un torneo che non esiste più, su una superficie che non esiste più, contro avversari che non esistono più.

I suoi grandi rivali ai tempi dei tornei junior o dei primi anni sul circuito sono ritirati da anni. Sembrano quasi richiamare tempi preistorici rispetto ai suoi. Seguendo questa logica, anche Federer dovrebbe essere in pensione con i vari Safin, Roddick, Hewitt, Nalbandian che gli hanno conteso diversi titoli nella prima parte di carriera. Il suo coach dopotutto ha appena due anni e mezzo più di lui! E invece il basilese è ancora lì dopo 1.449 partite giocate nel tour maggiore a competere con ragazzi di almeno 15 anni più giovani di lui.

Di occasioni per fermarsi ne ha avute tante: dopo il 15° Slam conquistato a Wimbledon quasi dieci anni fa, nel 2009, superando Sampras e appena dopo aver colmato la lacuna del Roland Garros. Ok, forse a 28 anni sarebbe stato davvero un ritiro troppo prematuro, ma di sicuro il settimo titolo a Wimbledon tre anni dopo, con il quale eguagliò Sampras, apparve come un’occasione propizia. Dopotutto anche Pete disse basta alla stessa età dopo aver conquistato un ultimo titolo dello Slam. E invece niente da fare, non è bastata nemmeno una disastrosa stagione 2013 nel corso della quale tutti avevano pensato che sì, era stato tutto bello ma prima o poi doveva finire e forse era arrivato il momento. Lui testardo è andato avanti e nel biennio 2014-2015 è ritornato a livelli altissimi, battuto soltanto da un altro fenomeno, quel Djokovic 6 anni più giovane di lui, nei palcoscenici più importanti. Un ultimo commovente ritorno di fiamma che però in fondo non aveva portato i frutti che lui si aspettava.

Giocavano le finali da avversari: ora uno fa il coach….dell’altro!

Nel 2016 però la parola fine sembrava veramente scritta: dopo averlo visto arrendersi sul prato sacro del Centre Court contro Milos Raonic, tradito da un ginocchio ballerino a 35 anni. Non sembrava solo una fine ma proprio una resa di fronte al tempo che passa. Lontano dai campi per 6 mesi, il ‘vecchietto’ non accettava ancora ciò che sembrava evidente a tutti tranne che a lui. La stagione 2017 doveva essere il giro dei saluti di una vecchia gloria, la più amata, la più ammirata ma pur sempre passata, logora.

Sappiamo tutti cosa è successo dopo: tennis scintillante, 3 titoli dello Slam e altri di grande prestigio (nove, compreso questo di Dubai). Nessuno dopo Ken Rosewall nei primi anni ’70 aveva raggiunto un simile livello da over 35, nemmeno lo stesso Connors che aveva sì continuato fino a 40 anni ma che di fatto era uscito dal giro di vertice già intorno ai 32 anni dopo un’ottima stagione nel 1984.

Sono passati altri due anni dall’incredibile vittoria dell’Australian Open 2017 da testa di serie n.17 e ancora una volta l’uomo di Basilea ci ricorda che niente è impossibile per quanto assurdo possa sembrare. Certo a patto di possedere quello smisurato talento e quella inestinguibile volontà di andare oltre i suoi (sempre più presunti) limiti.

Per questo il 100esimo titolo ha un valore ben più che aritmetico. Perché quasi tutti pensavano che fosse impossibile da raggiungere. Come i 20 Slam, come il n.1 a 36 anni e mezzo, come quasi tutto quello che ha fatto negli ultimi due anni. Ma la realtà è che, come al solito, aveva ragione lui e tutti gli altri avevano torto. In fondo è proprio questa la lezione che i grandissimi non finiscono mai di insegnarci.

L’ELENCO DEI TITOLI DI ROGER FEDERER

  • 2001: Milano
  • 2002: Sydney, Amburgo, Vienna
  • 2003: Marsiglia, Dubai, Munich, Halle, Wimbledon, Vienna, ATP Finals
  • 2004: Australian Open, Dubai, Indian Wells, Amburgo, Halle, Wimbledon, Gstaad, Toronto, US Open, Bangkok, ATP Finals
  • 2005: Doha, Rotterdam, Dubai, Indian Wells, Miami, Amburgo, Halle, Wimbledon, Cincinnati, US Open, Bangkok
  • 2006: Doha, Australian Open, Indian Wells, Miami, Halle, Wimbledon, Toronto, US Open, Tokyo, Madrid, Basilea, ATP Finals
  • 2007: Australian Open, Dubai, Amburgo, Wimbledon, Cincinnati (50esimo titolo), US Open, Basilea, ATP Finals
  • 2008: Estoril, Halle, US Open, Basilea
  • 2009: Madrid, Roland Garros, Wimbledon, Cincinnati
  • 2010: Australian Open, Cincinnati, Stoccolma, Basilea, ATP Finals
  • 2011: Doha, Basilea, Bercy, ATP Finals
  • 2012: Rotterdam, Dubai, Indian Wells, Madrid, Wimbledon, Cincinnati
  • 2013: Halle
  • 2014: Dubai, Halle, Cincinnati, Shanghai, Basilea
  • 2015: Brisbane, Dubai, Istanbul, Halle, Cincinnati, Basilea
  • 2016: /
  • 2017: Australian Open, Indian Wells, Miami, Halle, Wimbledon, Shanghai, Basilea
  • 2018: Australian Open, Rotterdam, Stoccarda, Basilea
  • 2019: Dubai (100esimo titolo)