CHI DOPO FEDERER?

Dunque Roddick vince Miami. Andy torna alla vittoria di un importante torneo dopo un bel po’ di tempo. Sicuramente un gran bel risultato per lui. Soprattutto in considerazione anche del fatto che non lo si puo’ piu’ considerare proprio un ragazzino. Gli americani saranno contenti. Roddick e’ l’ unico giocatore Usa sul quale possono contare. Dietro di lui purtroppo per loro c’e’ ben poco, per come sono abituati naturalmente. Unica eccezione Isner. Giovane ma con ancora grossi problemi atletici da superare. Ma torniamo alla vittoria di Roddick. E alla finale persa due settimane prima a Indian Wells contro un altro non giovane di nome Ljubicic. Due grandi tornei due protagonisti vincitori assolutamente inaspettati. In modo particolare il croato.Vincono facendosi strada tra quelli che tutti ci aspettavamo dovessero essere gli attori veri protagonisti del futuro del tennis. Del dopo Federer. Lo svizzero non deve piu’ dimostrare nulla.Vince o perde in questi tornei conta poco. Si puo’ immaginare che per lui ormai contino solo i grandi slam le olimpiadi, la coppa Davis …forse. E’ numero 1 del mondo da una vita. Ma gli altri dove sono finiti? Del Potro sta male. Dopo la vittoria di Flushing Meadows sembra continua preda di un infortunio dietro l’ altro e comunque quando gioca sembra aver perso la sua ispirazione. Murray mah! Un’ opera incompiuta e’ lì sembra pronto per il grande salto che non arriva mai. Arrivano invece delle grandi sconfitte come quella a opera di Fish a Miami.
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CIAO ROBI

Era passato un anno da quando mi ero trasferito da Udine ad Alessandria. L’impatto in quella nuova città, alla fine, non era stato così male. A scuola tutto sommato mi ero ambientato abbastanza bene. Avevo fatto amicizia con i miei nuovi compagni e a …

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CIAO ROBI

Era passato un anno da quando mi ero trasferito da Udine ad Alessandria. L’impatto in quella nuova città, alla fine, non era stato così male. A scuola tutto sommato mi ero ambientato abbastanza bene. Avevo fatto amicizia con i miei nuovi compagni e a casa mia, in via Bellini, era arrivato un nuovo vicino. Un ragazzo, oddio un bambino di tre anni più vecchio di me. Si chiamava Roberto. E il suo appartamento era esattamente di fronte al mio, sullo stesso pianerottolo. Facemmo in fretta a diventare amici. D’altronde Robi, come rapidamente avevo imparato a chiamarlo, aveva un carattere di quelli che ti metteva subito a tuo agio. Era perfetto per me che ero esattamente il contrario: timido e introverso. Ma Robi mi faceva sentire bene. Ci conoscevamo da poco, ma ci fu subito un grande feeling. Tutti i pomeriggi da quel primo giorno che ci conoscemmo iniziammo a trascorrerli insieme. Nel cortile di casa nostra. Quel benedetto cortile che avrebbe segnato la nostra vita per sempre. Era lì che passavamo la maggior parte del nostro tempo. Lì che ci incontravamo noi tutti bambini di quella piccola tribù condominiale. Era lì che tutti i giorni ci inventavamo nuovi giochi per passare il nostro tempo. Ad Alessandria gli inverni erano non rigidi di più e la nebbia non mancava mai. Le giornate invernali si consumavano rapidamente. Il nostro cortile rimaneva spesso silenzioso e vuoto e con Roberto ci vedevamo a casa mia o a casa sua. E spesso siccome avevo scoperto che Robi era un fenomeno in matematica mi facevo dare una mano per i miei compiti. E’ buffa la cosa, ma l’ impressione era che quasi gli piacesse aiutarmi e a fare un po’ il professore.
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2009, L’ANNO DI FEDERER

Un 2009 che ci lascia con tanti punti interrogativi sul panorama tennistico internazionale. Tante conferme, tante sorprese, tante delusioni. Per Federer probabilmente l’ anno migliore della sua vita. Rivince Wimbledon e conquista il torneo che lo consacra probabilmente il più forte giocatore mai esistito nella storia del tennis del nostro pianeta. Un torneo che nei suoi incubi, insieme a Nadal, lo ha perseguitato per anni. Una vittoria che lo ha liberato dalla schiavitu’ nadaliana con un effetto terapeutico miracoloso. Roger è tornato n. 1 del mondo. Respinge tutti gli attacchi dei giovani avversari, ma soprattutto si scolla di dosso Rafa Nadal. Il giovane spagnolo ex n. 1 all’ inizio d’ anno sembrava aver segnato il destino di Federer. I suoi risultati e gli scarsi risultati dello svizzero sembravano un chiaro segnale su come sarebbe stato il nuovo panorama internazionale. Tutto questo fino a Parigi. Il torneo sulla terra battuta piu’ importante del mondo. Il torneo di Rafa Nadal. Il suo torneo. Ma come tutti sanno non quest’ anno. Soderling batte Nadal e consegna nelle mani di Federer il Roland Garros. Ma per Rafa questa non è una sola e semplice sconfitta. E’ l’ inizio di un percorso doloroso pieno di luci e ombre. Una sconfitta che lascia dentro di lui una ferita sanguinante . Si allena per Wimbledon e il giorno prima dell’ inizio del torneo decide di ritirarsi. La causa un problema al ginocchio. E cosi’ va avanti per un bel po’. Una crisi che solo la vittoria di Coppa Davis in parte attenua. Una crisi che comunque non scalfisce la sua posizione di n.2 del mondo a 23 anni. Un momento difficile dunque che pero’ sembra non solo di ordine tecnico o fisico del quale molto si è parlato, e qualche volta a vanvera, ma anche privato e caratteriale . Problemi a mio avviso che supererà presto ritornando il Nadal che tutti conosciamo. Nel frattempo Del Potro giovane ventunenne ferma con un match strepitoso in finale a Flushing Meadows la corsa verso la vittoria della terza prova del grande slam Roger Federer. E’ stato una delle grandi sorprese di quest’ anno. Il giovanissimo argentino un gigante di quasi due metri in questi due anni ha compiuto progressi straordinari. Ma la sua vittoria agli Open degli Stati Uniti e’ stata qualcosa di veramente notevole. Qualcosa di piu’ di una conferma del suo valore. L’argentino si candida seriamente come possibile futuro n. 1 del circuito.
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CAMPIONESSE DEL MONDO

Ci sono donne e donne. Ci sono veline che ci fanno vedere le gambe e i loro bei culetti. Ci sono brave attrici che interpretano le storie degli altri . Politici in gonnella che ci raccontano tutti i giorni favole. Presentatrici avvenenti che si mettono in politica per poi non fare nulla o quasi. Ci sono fiere opinioniste che si ergono dall’ alto della loro presunzione depositarie della verita’. Che parlano dei diritti delle donne, della dignita’ del sesso femminile e l’ unica cosa che sanno fare bene è mostrare le cosce in televisione. Ci sono donne e donne. Quelle che fanno. Quelle capaci di lasciare dei segni profondi. Quelle capaci di mandare segnali positivi. Quelle capaci di grandi imprese. Assolutamente vere. Assolutamente genuine , trasparenti , concrete, magiche. Quelle che grazie al cielo ci fanno ancora sperare. Quel tipo di donna che ci ricorda quanto il sesso femminile possa essere migliore di quello maschile . Che ci ricorda quanta forza e quanto carattere, capacita’ di sofferenza e quanto orgoglio e dignità ci sia dentro di lei. Ci sono donne e donne. E a voi, splendide creature, meravigliose atlete va tutta la mia stima e ammmirazione. A voi Flavia Francesca Robi Sara il mio rigraziamento e credo di poter scrivere a nome di tutto il mondo dello sport per questa ancora magnifica impresa. Una vittoria limpida schiacciante inesorabile.
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L’INTERVISTA – UMBERTO RIANNA TRA PRESENTE E FUTURO

Un campano al servizio di Potito Starace, avellinese di Cervinara, comune di oltre diecimila abitanti, il più importante centro irpino della Valle Caudina. Sembra l’inizio di una favola e sicuramente lo è e lo sarà anche in futuro, ma il personaggio in questione da noi intervistato non è il 28enne Potito, bensì il suo coach, Umberto Rianna. Persona squisita e cordiale oltre ad essere, dati alla mano e non solo, uno dei migliori coach italiani in circolazione. In questi giorni Umberto, come detto, è a Napoli a seguire Potito Starace nella “Tennislife Cup”, il challenger con un montepremi di 75mila dollari in corso di svolgimento sui campi dello splendido Green Park Posillipo.

Rianna, lei è riuscito a portare Potito Starace al numero 27 della classifica mondiale. Ci sono margini perchè il suo assistito possa di nuovo avvicinarsi, o magari superare, il suo best ranking?
“Se lui ha la possibilità di tornare a raggiungere quella classifica? Credo proprio di sì, ma in tutta sincerità vi dico che, almeno al momento, non è importante provare a migliorare il ranking attuale, ma bensì convincersi di essere sulla strada giusta per poterlo fare, di fare un buon lavoro. Venticinque, ventiquattro, quaranta o cinquanta del mondo, non conta. Potito deve ritrovare quella forza, soprattutto mentale, che lo ha portato a raggiungere certi livelli”.

Lei vede in lui questa volontà?
“Parlo con lui e mi dice che ha voglia, questa è la cosa più importante”.

Ha preso in consegna da poco il giovane Giacomo Miccini da Recanati, uno dei baby con più talento in Italia. Vogliamo parlare dell’approccio o delle speranze che si nutrono intorno a questo ragazzo?
“Al momento posso dirvi pochissimo di lui, lo alleno da nove giorni. Faremo dei tornei per conoscerci meglio, per valutare ogni singola cosa. La voglia di iniziare a costruire qualcosa di importante c’è, ma ci siamo posti degli obiettivi a medio e lungo termine. E presto, dunque, per fare delle valutazioni”.

Capitan Barazzutti ha giurato sulle qualità della sua squadra di Davis e sul fatto che crescerà e vincerà molto presto. Lei cosa pensa al riguardo?
“Sono d’accordo con lui. Questa è una squadra che ha grandi potenzialità. Se strada facendo ognuno di loro riuscirà a capire l’importanza di una determinata situazione, e parlo ovviamente del discorso Davis, e del prestigio che può dare a loro una manifestazione come questa, credo che c’è la concreta possibilità di formare un gruppo non solo pronto a tornare nel World Group, ma anche a fare qualcosa di più. L’Italia, questa Italia, non è più debole di altre formazioni. Se invece della Svizzera, avessimo pescato nel sorteggio Israele, ora saremo qui a parlare nuovamente di serie ‘A’. Vediamo cosa succederà il prossimo anno. Credo che, una volta superato l’ostacolo Bielorussia, l’Olanda potrà farci capire molte cose. Ma è chiaro che dovremo batterla per parlare, poi, in maniera concreta di possibile ritorno tra i big. E vi dico sin da ora che non sarà facile”.
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“SERENA? POSSO BATTERLA”

NEW YORK – La serata è fredda, ma è domenica e gli americani non se la fanno sfuggire. Flushing Meadows è ‘sold out’, come si dice: esaurito. Il programma del Centrale degli US Open di tennis prevede un’italiana contro una russa, Pennetta-Zvonareva. Sono le 19, l’una di notte in Italia.

Flavia Pennetta: è entrata nel Centrale e cos’è successo?
“Era tutto eccitante. Così, così…….. alto!”.

La sua prima volta, quest’anno.
“Già, il campo uguale agli altri, eh? Ma tutto il resto… spettacolare”.

Poi è cominciata la partita.
“Ho fatto il break: 2-0 per me”.

Un’illusione, purtroppo.
“Sì, perché la Zvonareva ha reagito. Giocato bene, mi ha ripreso e brekkato”.

Gli spettatori però sono rimasti dalla sua parte.
“Questo mi ha fatto piacere”.

Era un eufemismo: New York tifava solo per lei, si sentiva solo il suo nome.
“Ahaha, è stato bello. E’ vero un grande incitamento”.

Bisogna anche dire che lei ha dato soddisfazione.
“Ho perso il primo set, non mi piaceva l’andamento della partita”.

Un secondo set incredibile, equilibrato.
“Già, e le ho dovuto annullare i match point”.

Sa quanti sono stati?
“Mi hanno detto sei, ma non mi sembravano così tanti”.

E lo ha fatto con giocate d’attacco, che hanno entusiasmato tutti.
“Vero, ho alzato il livello del gioco”.

La Zvonareva ha pianto in campo, impotente.
“Sì, piangeva. Ma sul punto successivo combatteva uguale”.

Veramente nel terzo set ha fatto cabaret.
“Cioè?”.

Si è strappata le bende, ha preso a schiaffi il ginocchio.
“Sì, aveva perso di vista la situazione”.

Complimenti.
“Grazie”.

Ora c’è Serena Williams.
“Beh, giochiamo e vediamo”.

Pensa di poter vincere?
“Chiunque pensa di poter vincere. Non si va in campo pensando di essere già sconfitti. Sarebbe inutile puntare a fare solo un bella partita”.

Serena è forte.
“La migliore”.

Quarti di finale, come nel 2008.
“Ma questo è più bello. Quello fu più sorprendente, questo più pianificato”.

C’è un precedente, con Serena.
“Miami, stavo vincendo 7-5 3-0 ma venne a piovere e la situazione si ribaltò. Speriamo non piova e finisca diversamente”.

Ha la percezione dell’impresa?
“Un pochino sì: credo che in Italia siano le cinque di mattina, e mi sono arrivati 34 sms…………”.

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