Sarà Madrid la sede della “nuova” Davis?

Sono ancora tanti i dubbi sul nuovo formato che dovrebbe risollevare e salvare la Coppa Davis. Tra questi uno dei maggiori è senz’altro quello relativo alla sede della competizione, che si dovrebbe tenere già a partire dal 2019 alla fine di novembre (nello stesso periodo in cui si gioca la finale della Davis nella sua forma attuale). Monsieur La Palisse farebbe infatti notare che, per applicare una formula che prevede diciotto squadre concentrate e raccolte in una sede unica e neutra, occorre innanzitutto trovare una sede. Più volte il presidente dell’ITF David Haggerty ha affermato che una tale manifestazione necessita di “una grande città con tre campi coperti” che permetta di giocare molti incontri in contemporanea a dispetto del difficile clima di novembre, e i pensieri di tutti erano inevitabilmente caduti sugli impianti di Melbourne.

Negli ultimi giorni però Geràrd Piqué, coinvolto in prima persona nel progetto tramite il fondo d’investimento Kosmos, ha avanzato una nuova proposta: la Caja Magica di Madrid. In effetti l’impianto che ospita il Mutua Madrid Open soddisferebbe i requisiti richiesti dall’ITF, disponendo di tre campi dotati di tetto retrattile. In più la vicinanza con Londra, sede delle Finals, eviterebbe una improbabile ed estenuante diaspora dei giocatori da una parte all’altra del mondo. L’obiettivo di Piqué sarebbe proprio quello di invogliare ulteriormente (qualora il ricco montepremi non dovesse essere sufficiente) i migliori giocatori del mondo a prendere parte alla competizione anche dopo aver giocato il Masters di fine anno. Il problema del passaggio dal rapido cemento della O2 Arena di Londra alla terra di Madrid sembra facilmente superabile. Dopotutto spesso i big si sono confrontati con finali di Coppa Davis giocate sul rosso pur avendo disputato le Finals un paio di settimane prima (Federer nel 2014, Murray nel 2015 e Cilic nel 2016, per citare i più recenti).

Piqué, presente la settimana scorsa sugli spalti del torneo di Barcellona, ha esposto questa sua idea ai rappresentanti della Federazione Spagnola e al Segretario di Stato per lo sport, José Ramòn Lete. In attesa di sapere se la rivoluzione della Davis otterrà i voti necessari per essere varata durante il prossimo Annual General Meeting dell’ITF (in programma il prossimo agosto, a Orlando), il calciatore del Barcellona continua a tessere la sua tela dietro le quinte.