Morta e risorta la fast-track per i nuovi accordi commerciali

– di Andrew Spannaus –

E’ stata una settimana difficile per i sostenitori dei nuovi accordi di libero commercio mondiali. Dopo aver finalmente raggiunto un’intesa al Senato sull’autorità “fast-track” per i trattati TPP e TTIP, che darebbe all’Amministrazione Usa la possibilità di chiedere un voto immediato senza la possibilità di emendamenti, le stesse misure sono state bocciate alla Camera dei Rappresentanti, mettendo in forse la strada verso l’approvazione.

Gran parte dei democratici si sono ribellati alla richiesta della Casa Bianca di sostenere i nuovi accordi, che puntano all’ulteriore riduzione delle barriere al commercio con 11 paesi nella zona del Pacifico (TPP), e tra gli Usa e Europa (TTIP). Le preoccupazioni si basano principalmente sull’esperienza passata del NAFTA, l’accordo di libero commercio tra Usa, Messico e Canada, che ha sì aumentato di molto il commercio ma non ha portato ad un corrispondente aumento del benessere. Il fenomeno più diffuso è stato lo spostamento della produzione verso zone con costi più bassi (di lavoro e di regolamentazione), che ha comportato un forte decremento delle attività produttive soprattutto negli Stati Uniti.

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