Internazionali di Roma: Fognini migliora ma non abbastanza, basta un timido Humbert

La cosa più spiacevole della sconfitta patita da Fabio Fognini, a ben guardare, è l’impossibilità per il numero due d’Italia di giocare un’altra partita sul Centrale di Roma, al fine di mettere i famigerati minuti nelle gambe. Il rovescio di oggi fa male, perché siamo agli Internazionali e perché perdere non è lo scopo di una partita di tennis, ma se pensiamo alla tremenda batosta presa da Huesler la settimana scorsa a Kitzbuhel, si può guardare al match ceduto a Ugo Humbert con ottimismo inaspettato.

Sconfitto, ma un altro giocatore. Dopo sette mesi di assenza resi molto problematici dalla doppia operazione alle caviglie, una settimana di allenamenti intensi con due tornei di mezzo tende a fare tutta la differenza. E seppur prodigo di errori, soliloqui e lanci di racchetta, la prestazione di Fognini è stata incoraggiante, seppur facilitata dalla scialba recita offerta dall’avversario francese. Il mancino di Metz sulla terra battuta perde gran parte della propria faccia tosta: piuttosto remissivo, con i piedi ben saldi sulla linea di fondo o dietro, tendente al cercare più l’errore altrui che il proprio rischio, Ugo non è sembrato lui. I numeri in fondo al match non hanno potuto dissimulare: 7 vincenti e 36 errori (sì, avete letto bene: sono i numeri del vincitore) non forzati restituiscono l’immagine di una partita conservativa da un lato e pasticciata dall’altro, ma per Fognini, che di errori non forzati ne ha peraltro messi a segno 51 (a fronte di 26 vincenti), la salita di oggi era ancora troppo ripida.

Perso per colpa di un tremendo dodicesimo game il primo set dopo essere stato avanti per tre volte di un break, e sotto nel secondo una volta perso il servizio nel quarto gioco punteggiato da imprecazioni e segnato dall’immancabile warning, Fabio ha mostrato il suo miglior volto a match quasi compromesso: tra una sbuffata e un monologo – sentiti, tra gli altri “questo è perché mi mancano i punti“, “forza è la parola magica che mi porterà avanti nel duemilaventi“, “incrociare, incrociare!” – egli ha una prima volta recuperato il break nel quinto game, poi è risalito dal tre a cinque mostrando carattere e alcune delizie tecniche, trascinando tutti al tie-break.

Un tie-break condotto per due a zero e successivamente per quattro a tre, prima degli errori figli della mancanza di gambe che hanno consentito all’impassibile Humbert di centrare quattro punti consecutivi e la qualificazione all’ottavo contro Denis Shapovalov. Al canadese avevamo chiesto, con un pizzico di ottimismo, un parere sulla sua eventuale sfida con Fognini; Shapo ha speso belle parole per il valore dell’italiano sulla terra battuta, ci auguriamo il suo parere possa presto tornare utile.

Per Fabio una prestazione comunque rincuorante, dicevamo. La settimana prossima sarà quinta testa di serie ad Amburgo grazie al forfait di David Goffin: un’altra occasione per rigenerarsi in vista del Roland Garros, sperando che le partite nella città anseatica siano più d’una.

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