FORZA E TALENTO

Aldilà degli aspetti più squisitamente tecnici, è un fatto che Federer e Nadal (o dovrei piuttosto dire Nadal e Federer?) danno carne e muscoli alle due anime del tennis: talento e forza. La rivalità che li contrappone trascende loro stessi, che infatti si rispettano al limite dell’adorazione. E’ la rivalità fra due modi d’essere. C’è chi vince perché è nato bravo e chi vince perché bravo ci è diventato lavorando e scarificandosi. Per opposti motivi, sia l’uno sia l’altro suscitano in noi comuni mortali ammirazione e spirito di emulazione. Dunque il tennis ha bisogno di entrambi.
Se stesse a significare che la forza ha preso definitivo sopravvento sul talento, la vittoria di Nadal a Wimbledon sarebbe una jattura. Ma non è così. Questa è solo la ripetizione, alla rovescia, di quanto accaddenel 1981, quando fu il talento di McEnroe a metter fine al regno della forza di Borg.
Passano gli anni, cambiano le racchette, le palle, le tecniche di preparazione e persino l’erba di Wimbledon, eppure il tennis è sempre lo stesso.
Anche se Federer dovesse trarre dalla sconfitta di ieri le stesse conseguenze che all’epoca ne trasse Borg, già sappiamo che, prima o poi, un altro semidio dal tocco fatato tornerà a deliziare i nostri neuroni.