DAVIS E FED CUP: E’ UN ALTRO SPORT

Otto match e in quattro casi ha vinto la giocatrice con la classifica peggiore. La prima giornata dei quarti di finale della Fed Cup conferma una regola: giocare in Davis o Fed Cup è un altro sport e la responsabilità di difendere la maglia della propria nazione può giocare brutti scherzi. Come spiegare altrimenti gli inattesi ko della nostra Francesca Schiavone, numero 23 del ranking Wta, contro la spagnola Nuria Llagostera Vives, numero 136. Oppure l’incredibile sconfitta di Lindsay Davenport, numero 44 ma vale le top ten, con la sconosciuta tedesca Sabine Lisicki, 18 anni e numero 130 del mondo. La trentunenne americana, ex numero uno del mondo e vincitrice di tre tornei dello Slam (US Open 1998, Wimbledon 1999 e Australian Open 2000), era al rientro in Fed Cup dopo la maternità ed era imbattuta nella competizione dal 1994. Ma c’è anche la cinese Shuai Peng (n. 51) che ha superato la francese Virginie Razzano (n.27) e l’isrealiana Shahar Peer (n.17) che ha battuto la russa Dinara Safina (n.16). In questi ultimi due casi c’è da tener conto anche del fattore casa, mentre Schiavone e Davenport, le due vere sorprese in negativo, giocavano davanti ai propri sostenitori. Si è invece salvata Maria Sharapova: la russa, vincitrice agli Australian Open, era all’esordio in Fed Cup e ha agevolmente battuto l’israeliana Obziler. Non a caso la chiamano la bionda di ghiaccio…