UNA NUOVA ETA’ DELL’ORO

Dopo che ho visto in azione Tsonga contro Nadal mi sono rafforzato nella convinzione che stiamo vivendo un periodo felice per il tennis mondiale. Avevamo già tre potenziali numero 1 e adesso dovremmo averne trovato addirittura un quarto, perché Tsonga sa fare tutto, e lo fa benissimo. Ogni sport si nutre in primis di rivalità, e uno dei presupposti fondamentali dello spettacolo è l’equilibrio delle forze in campo, l’incertezza su chi è il più forte. Se non si rivelerà una semplice meteora – ma perché dovrebbe? Se gli infortuni lo lasceranno in pace egli sembra possedere tutto ciò che occorre per primeggiare a lungo – l’atletico francese aggiungerà dunque un’ulteriore variabile a un’equazione già deliziosamente complessa, per la gioia di noi appassionati.
L’avvento di Federer sembra aver rivalutato il cosiddetto “talento”. E il tennis d’oggi, culturalmente influenzato dalle magìe di Roger, è molto più divertente di quello esclusivamente muscolare di pochissimi anni fa. Se tanto mi dà tanto, siamo entrati in una nuova età dell’oro, tipo anni ’60-’70, quando di negromanti della racchetta ce n’erano una decina e il nostro sport conquistava sempre nuovi cuori e nuovi palcoscenici.
C’è di più: questi giovanissimi supercampioni hanno la capacità di comunicare all’esterno valori positivi e stanno conseguentemente piantando nell’orto del tennis semi buoni, che daranno buoni frutti per molti anni a venire.
Sì, siamo proprio fortunati a poter vivere un periodo come questo.