SORPRESA A SHANGHAI: FEDERER KO

Che succede a re Federer? Il fenomeno ha esordito con una sconfitta al Masters di Shanghai: Roger I da Basilea si è fatto soprendere da “Mano de Piedra” Gonzalez, il cileno dal diritto che fa male. Mentre stringeva la mano all’avversario lo svizzero era quasi stupito: non aveva mai perso un match dei round robin. Il numero uno del mondo, alla sesta partecipazione al Masters, vanta tre titoli (2003, 2004 e 2006), una finale 2005, una semifinale 2002: 22 match vinti e 3 persi, compresa la sconfitta con Gonzalez. Con il cileno prima di oggi non aveva mai perso, dieci vittorie di fila e appena due set ceduti. Insomma l’impero di Federer, 26 anni compiuti lo scorso agosto, comincia a mostrare qualche scricchiolio. Lui da Shanghai fa notare che nel 2007 ha comunque vinto sette titoli, tra cui tre Slam fallendo come al solito solo sulla terra rossa del Roland Garros, la superficie che meno ama. L’anno scorso però di titoli ne aveva conquistati dodici perdendo appena cinque match, di cui quattro solo contro il rivale Nadal. Quest’anno ne ha già persi nove e soprattutto da quando è numero uno del circuito (dal 2 febbraio 2004) non era mai stato sconfitto da così tanti avversari diversi: due volte da Canas, due da Nalbandian, due da Nadal, una da Djokovic, da Gonzalez e dal nostro Volandri. Che gli stiano prendendo le misure? Altro capo d’accusa: da quando ha chiuso la collaborazione con Tony Roche all’indomani della sconfitta al Foro Italico con Volandri, Roger fa da solo, seguito dall’onnipresente fidanzata-manager Mirka Vavrinek e dal preparatore atletico storico Pierre Paganini. Lui, sempre dalla Cina, ribatte: “La sconfitta con Gonzalez non ha nulla a che vedere con la mancanza di un coach. Non si tratta di tattica, semplicemente il mio avversario ha giocato meglio. Non è detto però che non possa chiedere in futuro la collaborazione di un tecnico”. Altro capo d’accusa: la scorsa settimana Federer era in giro per impegni pubblicitari: caffè e una nota azienda di rasoi. Sarebbe stato meglio arrivare a Shanghai qualche giorno prima per prendere confidenza con la superficie di gioco e con il fuso orario. Difficile conciliare doveri di sponsor e allenamenti. Sempre lui si difende: “Sono diversi anni che affronto anche questi impegni. Cerco di limitarli ma non posso evitarli”.