E L’ATP CHE FA?

Vicenda-scommesse. Ecco alcuni interessanti passi di un articolo estratto dal blog di Peter Bodo, reporter e columnist americano di tennis da oltre 30 anni, sul sito ESPN.com

“La controversa vicenda relativa a Davydenko e l’indagine dell’ATP da essa originata hanno fatto suonare la sirena d’allarme nel tennis. Mentre l’indagine prosegue, un crescente numero di giocatori s’è fatto avanti per raccontare qualche tentativo, andato a vuoto, di convincerli a truccare un incontro.
Viene da chiedersi: ma i dirigenti dell’ATP sapevano o no che esisteva un problema (e certamente esisteva) prima del momento in cui esso è emerso? Per anni sono stati beccati giocatori che frequentavano agenzie di scommesse nei Paesi in cui scommettere era legale. E oggi che siamo in un’epoca in cui i “players lounge” di ogni torneo hanno una dozzina o più computer il cui uso è libero, spesso piazzati in postazioni semi-private, penso proprio che l’ATP abbia dato un’occhiata alle memorie-cache per vedere che cosa hanno fatto con questi computers i fessacchiotti che li hanno usati.
Per cui l’ondata di rivelazioni ha un aspetto sconcertante: a meno che l’ATP, pur essendo a conoscenza degli ‘incidenti’ verificatisi, avesse deciso che si trattava di ‘questioni interne’, sembrerebbe che i Signori del Tennis abbiano appreso le tristi novità alla vecchia maniera, cioè leggendo le confessioni sui giornali e su internet.
La cosa più triste è che, anziché farlo apparire più pulito, tutti questi racconti fanno sembrare il tennis più corrotto. La disciplina istituzionale dell’ATP è un disastro. Nessuno vuole coprire niente, ma questi tizi dovrebbero riferire le proposte ricevute all’ATP, non ai giornali, e lasciare che sia l’ATP a divulgarle… A meno che non tenti di insabbiarle.”

Bodo ha ragione. Anziché restarsene in silenzio, lasciando che la comunicazione su un argomento così vitale venga gestita dagli entourages di certi giocatori, o addirittura permettendo che documenti confidenziali privi di contenuti significativi finiscano nelle mani sbagliate e criminalizzino degli innocenti sviando l’attenzione dai veri problemi, l’ATP dovrebbe serenamente spiegare, all’insegna della massima trasparenza, che cosa sa con certezza del fenomeno-scommesse e come mai sembra ne abbia scoperto l’esistenza soltanto leggendo i giornali.