FORTUNE E SFORTUNE

Chissà perché (correzione: io so perché, ma non lo dico), noi del clan azzurro eravamo convinti che il sorteggio del tabellone della Fed Cup 2008 ci avrebbe costretti ad andare in Cina. Diciamo che la sequenza di sorteggi sfigati da cui uscivamo, tra Fed e Davis, era talmente lunga da averci convinti che lassù nessuno ci ama e che, dunque, essa si sarebbe inevitabilmente allungata. Quando la successione delle estrazioni aveva fatto salire al 50 per 100 la probabilità di beccare proprio le cinesi avevamo già perso ogni speranza, ed è per questo che la panchina azzurra è esplosa di tripudio quando invece in Cina ci sono finite le francesi e a noi è rimasta la Spagna. L’unico pericolo è che il ruolo di favoriti finisca per giocarci qualche brutto scherzo, ma in linea di massima possiamo azzardarci a pensare già alle semifinali e a sentirci sicuri di restare nel World Group anche nel 2009.
A essere incontentabili si poteva sperare addirittura in qualcosa di meglio, perché se il sorteggio per determinare la posizione in tabellone delle teste di serie numero 3 e 4 fosse andato diversamente avremmo avuto la possibilità di ospitare sul patrio suolo, alla vigilia degli Internazionali BNL d’Italia, gli Stati Uniti delle sorelle Williams, con tutto quel che ne sarebbe conseguito non tanto dal punto di vista tecnico (con le sorelline sulla terra ce la giocheremmo più o meno alla pari) quanto da quello della promozione del tennis in generale e delle nostre impagabili ragazze in particolare.

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A Mosca le azzurre non saranno sole. A tifare per loro ci saranno un’ottantina di persone venute dall’Italia e organizzate alla perfezione per fare più casino possibile. I tifosi indosseranno una maglia azzurra-souvenir appositamente realizzata e saranno guidati da un trombettiere, che darà loro la carica. Aggiungeteci il drappello-record di inviati al seguito di Barazzutti e delle sue ragazze (19) e vi renderete conto di quanto bene questo manipolo di eroine abbia fatto al nostro tennis e allo sport femminile italiano in generale. Un’attenzione così forte per una sfida il cui esito sembrerebbe scritto in partenza è la testimonianza di un rapporto con la gente che è ormai diventato diretto e non patisce più le nefaste influenze di quei mediatori che non perdono occasione per denigrare i giocatori italiani. Pensate che Tommasi ripete da un anno che nel 2006 abbiamo vinto la Fed Cup perché siamo stati fortunati (come no? fortunati a battere fuori casa tre squadre, due delle quali forti della giocatrice numero 1 del mondo in quel momento…) e che, non pago, oggi è riuscito a scrivere che: a) se siamo qui lo dobbiamo al fatto che in semifinale la Francia non ha convocato la Bartoli; b) che la Russia ci ha fatto il favore di chiamare la Chakvetadze (n. 5 WTA) anziché la Sharapova (n. 4)…

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La Rai dedicherà a questa finale due giorni di diretta integrale sul satellite e un’ampia finestra in chiaro su Rai3. Sempre che il povero Bisteccone Galeazzi ce la faccia a salire sulla piccionaia dove i russi hanno impietosamente posizionato la sua postazione.