Jannik Sinner la conferenza stampa

Il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel ha introdotto la conferenza stampa nella nuova sede della FITP per omaggiare Jannik Sinner. “Anche noi, come lui, abbiamo cercato di migliorarci sempre dopo le nostre vittorie”.

Questo il testo del discorso del presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, che ha introdotto la conferenza stampa nella nuova sede della FITP organizzata con l’obiettivo di celebrare il successo all’Australian Open di Jannik Sinner.

Intervengo come padrone di casa per darvi il benvenuto nella nostra nuova sede che ci permetterà, dopo tanti anni, di lavorare finalmente tutti insieme e meglio. L’abbiamo acquistata con i proventi della attività commerciale e la ristruttureremo, in particolare in questo grande giardino dove intendiamo coltivare vaste piantagioni di carote. 

A parte gli scherzi, finalmente oggi non risponderò ad alcuna delle vostre domande, so che mi perdonerete, qua c’è un unico grande protagonista, one man show, ed è la festa di Jannik Sinner. 

Voglio però dirvi due cose: 

1) Innanzitutto voglio ringraziare Jannik a nome di tutto il movimento, i dirigenti, i maestri, gli atleti e i praticanti, dal più piccolo al più grande, quello che lui ha fatto e soprattutto quello che lui dice ci rende orgogliosi. 

2) A me personalmente poi Jannik mi fa impazzire; quella ricerca quotidiana del lavoro come dottrina, la voglia continua di migliorarsi, anche dopo un risultato del genere, la ricerca di risultati sempre migliori  è quello che nel nostro piccolo abbiamo sempre cercato di fare noi anche dopo le nostre vittorie, come l’upgrade degli Internazionali BNL d’Italia o la conquista delle Nitto ATP Finals avremo potuto fare passerella, starcene in tribuna a goderci il meritato successo e invece li abbiamo considerati come uno stimolo per lavorare di più e crescere ancora, nutrendoci di dati così come Jannik fa di risultati in campo.

Ufficio Stampa FITP

“La cosa più importante è portare tanta gente a giocare a tennis. Stiamo facendo qualcosa di bello per il futuro del tennis italiano”. L’ha detto Jannik Sinner nella conferenza stampa organizzata nella terrazza della nuova sede romana della Federazione Italiana Tennis e Padel per celebrare il suo successo all’Australian Open.

Cardigan beige, Sinner ha parlato per un’ora accanto alla coppa: alle spalle una vista panoramica sulla Capitale che ha abbracciato il numero 1 azzurro e primo campione italiano in singolare maschile all’Australian Open.

“Negli ultimi anni Fognini ha vinto Montecarlo, poi è arrivato Berrettini e ora io. Mi fa piacere che ci sia più movimento nel tennis italiano, e mi fa piacere che ci siano tante persone che giocano a tennis. E’ uno sport sano che puoi praticare a ogni età, in cui c’è competizione ma non c’è contatto”.

“Sono contento – ha aggiunto – di condividere tante emozioni, dobbiamo essere contenti di essere in questa situazione. E’ bello per me e per il mio team; si sente il calore, l’importanza della gente e questo mi piace”. Ma, rassicura, “se una persona è umile e continua a lavorare, il successo è una cosa positiva ma non ti cambia. Spero di non sbagliarmi, sono abbastanza sicuro di restare uguale ed è la cosa più importante per me”.

E a Sanremo dice no. “Farò il tifo da casa” annuncia l’azzurro, che ha affrontato tanti temi: il team, la famiglia, gli obiettivi, i social e non solo.

IL TEAM: “NON DEVONO ESSERE I MIGLIORI, MA DEVONO CAPIRSI E LAVORARE BENE”

“Sapevo che dovevo migliorare la parte fisica, ora sono soddisfatto ma ancora non abbiamo finito. Faremo tanto lavoro in palestra. posso fare tutto meglio: è stato molto importante lo step mentale, capire come affrontare certe partite” ha detto.

E’ soddisfatto anche del team, a cui riconosce una chimica di successo. Simone Vagnozzi e Darren Cahill, spiega, “sono aperti di mente. E nessuno invade il campo dell’altro. Simone è molto bravo tecnicamente e tatticamente, anche lui è stato giocatore, sa quali colpi funzionano e quali no. Lui e Darren sono bravi a capire cosa sia meglio per me. Darren si occupa più della gestione di certi momenti, ha vinto tanti Slam da coach. La combinazione fra Simone e Darren è di quelle che si trovano raramente”. 

Sinner ha parlato anche di cosa lo abbia portato a scegliere di cambiare team a febbraio nel 2022. “Nella vita ci sono situazioni che vanno bene, altre che vanno male, altre che vanno bene però… Ho avuto questo però nella mia testa. ho fatto una scelta che sembrava folle, ma mi butto nel fuoco. mi son detto che volevo conoscere un altro metodo di lavoro, non era detto che fosse giusta o sbagliata”. Nelle scelte, dice, “devo essere bravo a capire le persone del mio team, ma devo capire anche me stesso e quello che voglio. Quello che ho capito è che il mio team non deve essere il migliore di tutti ma devono essere persone che si capiscono, in cui ognuno fa il suo lavoro, e sono tutte persone brave, normali”.

Il nostro obiettivo è giocare meglio gli Slam – ha spiegato -. Il primo non poteva andare meglio, ma ce ne sono altri tre. la stagione è appena iniziata. Come ho detto a inizio anno, l’obiettivo è di andare a caccia sempre, ci saranno settimane buone e meno buone. Stiamo lavorando per raggiungere altri sogni e obiettivi”. Fa capire che al numero 1 guarda, ma intanto c’è uno ste da fare prima: entrare fra i primi 3 del mondo.

“LA MIA QUALITA’? IL LAVORO”

Sinner, sempre misurato e composto nelle risposte ai tanti giornalisti che hanno affollato la terrazza vestita d’azzurro per l’occasione, appare sempre modesto anche, o forse soprattutto, quando si tratta di farsi dei complimenti.

Quando gli chiedono quale sia la sua migliore qualità, Jannik ci pensa un po’ poi torna sul concetto che probabilmente lo definisce meglio: il lavoro. “Non ci sono segreti – dice -. Non è un segreto che uno riesce ad arrivare a un bel traguardo se lavori bene. Forse lavoro più degli altri, ma non lo so, conosco solo quello che faccio io. Sono professionale e anche questa è una qualità. Quando mi sveglio la prima cosa che penso è che mi devo allenare”.

Questo approccio deriva intanto dagli insegnamenti familiari. “I miei genitori mi hanno dato questa mentalità, che se vuoi qualcosa devi lavorare per guadagnartela. Mio padre cucina ancora, i miei lavorano ancora ed è quello che mi piace di loro: non è cambiato niente nel loro rapporto con me. Spero che mio padre possa venire a un paio di tornei, magari a Indian Wells dove potremmo prendere una casa e stare tutti insieme”.

Sinner ha mantenuto anche legami duraturi con i suoi primi allenatori, Heribert Mayr e Andreas Schönegger, e ancor di più con Alex Vittur che fa parte del suo management ma è soprattutto un suo grande amico.

AMICI E PRIMI MAESTRI: IL PICCOLO MONDO ANTICO DI SINNER

Heribert è un grande, tutti i grandi atleti dell’Alto Adige sono andati da lui. Mi ha mostrato il messaggio che ha fatto vedere ad Alex dopo la mia vittoria a Melbourne, era emozionato – ha detto -. Ci vediamo ancora quando sono su, devo ringraziarlo: quando ho iniziato in Alto Adige c’erano solo due allenatori, lui e Andreas Schönegger. con heribert mi sono allenato finché non ho fatto la scelta di andar via da casa”.

Una scelta che non rimpiange. “il tennis mi ha fatto crescere velocemente come persona, non solo per i successi” ha detto. Un campione, un ragazzo maturo che piace anche in quanto espressione di un piccolo mondo antico dai legami solidi e dai valori saldi. Vittur, ha raccontato, “l’ho conosciuto quando avevo intorno ai 13 anni. Alex è la persona che mi sta più vicino diu tutti, mi ha aiutato a fare certe scelte. Quando ho un problema più grande cerco lui, è certamente la persona con cui mi capisco di più: sa come ero e come sono, parliamo la stessa lingua quando ci sono da prendere certe decisioni”.

SINNER: “NON MI PIACCIONO I SOCIAL, LI’ NON C’E’ LA VERITA'”

Oggi si racconta come un ragazzo normale, eppure la sua normalità sembra davvero un’impresa eccezionale anche senza scomodare Lucio Dalla. A 22 anni, racconta, “mi piace giocare al computer e qualche volta mangiare qualcosa da solo in camera“. Non frequenta i social perché, spiega, “la verità non è lì“. Legge libri, ma a periodi: “Ci sono momenti in cui leggo tanto e altri in cui non lo faccio. Mi porto sempre un libro dietro, ma ora leggo poco“. Guarda qualche serie tv ma in Italia gli manca quella che stava seguendo in Australia: “Animal Kingdom, per vederla qui serve la VPN” dice, e scatena l’ilarità dei presenti.

Nell’ora di conferenza Sinner passa tutto lo spettro delle emozioni. E conferma la sua sensibilità quando spiega perché non sia tornato a Sesto Pusteria dove è cresciuto per festeggiare la vittoria. Due giorni fa, infatti, a Sesto si sono svolti i funerali di Monika Stauder, 47anni, e dei suoi figli Matthaeus e Kassian Tschurtschenthaler, di 7 e 10 anni, che hanno perso la vita in un incidente stradale il 22 gennaio nel Tirolo orientale. “Non era il caso di fare una festa” ha spiegato.

Ufficio Stampa SuperTennis