Sinner-Trevisan, fine del sogno (Scanagatta, Crivelli, Azzolini, Cocchi, Viggiani)

Trevisan, sfuma il sogno a Parigi (Ubaldo Scanagatta, La Nazione)

Nulla da fare per Martina Trevisan nel suo match di quarti di finale a Parigi contro la polacca Iga Swiatek, campionessa junior a Wimbledon 2 anni fa e vittoriosa su Simona Halep nel turno precedente. Eppure Martina aveva cominciato alla grande, subito avanti 3-1. Ma poi ha perso 8 game di fila anche se sul 3-5 nel primo set e sullo 0-1 e sullo 0-3 del secondo Martina è stata per 2 volte avanti 15-40 sul servizio della ragazza polacca che da quando ha 17 anni si è affidata a un mental coach ed è apparsa solidissima. Martina non è riuscita a fare il game del 2-3, è finita sotto 4-1 e 5-1 troppo rapidamente, ma ha comunque disputato un grandissimo torneo, è entrata fra le prime 100 (83 Wta da n.159) e non dimenticherà questi 10 giorni da favola. Anche se ha perso 63 61 in un’ora e 18 minuti. Prima del match di Martina, l’impresa l’ha fatta il piccoletto Schwartzman, 1m e 70 cm che io giurerei siano meno, 64 kg super-reattivi, Diego di nome come l’altro piccoletto che ha fatto impazzire i tifosi del calcio, ha compiuto un’impresa strardinaria a capo di 5 set durati 5 ore e 8 minuti. Prima di riuscirci con Rafa Nadal nei quarti a Roma “el Peque” – il piccolo di Buenos Aires – non aveva mai battuto un top-5 in 24 incontri. Ieri ha battuto anche Thiem n.3 del mondo al termine di un match infinito: 76 57 67 76 63. Schwartzman non aveva mai vinto a Parigi un match in 5 set, non aveva mai centrato una semifinale di Slam. Né era mai entrato tra i top ten. Gli è riuscito tutto in un colpo solo. Match incredibile. Ha vinto il primo set dominando il tiebreak (7-1) dopo essere stato indietro 4-2 nel set, ha perso secondo e terzo set e sembrava ad un passo dal quinto set sul 5-4 40-0 quando invece Thiem gli ha annullato i tre setpoint (il terzo con un dritto spaventoso da posizione impossibile), ha agguantato il 5 pari, poi gli ha fatto il break per il 6-5 ed è andato a servire per il match. Invano contro il piccolo irriducibile guerriero. Che ha vinto nuovamente il tiebreak, e nel quinto aveva più benzina dell’amico, sfinito, con il quale alla fine, l’abbraccio è stato inevitabile anche in tempi di Covid. In precedenza si erano giocati i due quarti di finale femminili. La Collins aveva battuto (64 46 64) la tunisina Jabeur, prima giocatrice araba a fare tanta strada a Parigi, e quindi contro la Kenin, campionessa in Australia, avremo una semifinale tutta americana. Quello della metà alta che avrebbe dato l’avversaria alla Swiatek, è stato vinto a sorpresa (62 64) dall’argentina di Rosario Nadia Podoroska (23 anni e n.131) dai nonni ucraini sull’ucraina Svitolina (n.3 del seeding) e campionessa due volte a Roma. La Podoroska è la prima tennista di sempre uscita dalle qualificazioni a raggiungere le semifinali a Parigi. […]

Troppo Nadal (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Verrà la tua epoca, Jannik. E saranno miele e dolcezze. Due set ad altezza Nadal, fino ad ora ammirato solo in allenamento: cosa chiedere di più a un ragazzo di 19 anni che a inizio 2019 era 551 del mondo e fino a dieci giorni fa la terra del Roland Garros l’aveva vista solo in televisione. Se doveva essere un esame, il voto non può che essere altissimo: Sinner gioca per due ore e mezza al livello di un signore che su quel campo ha raccolto 12 trionfi, forse la più grande impresa della storia dello sport. Di fronte al professore, l’allievo dimostra che le profezie su un futuro prossimo da superstella non sono affatto campate per aria: abbiamo un campione. La prestazione di Jannik è straordinaria non solo per qualità di gioco, ma per le condizioni in cui matura: un quarto di fmale Slam contro il più forte di sempre sulla superficie, un’attesa di ore prima che finiscano le quattro partite precedenti (pessima scelta degli organizzatori) e conseguente inizio alle 22.30, freddo e vento. Niente però sembra scuotere il ragazzo di Sesto Pusteria, che tiene gli scambi da fondo contro il satanasso maiorchino, colpisce sempre avanzando per non dare margini di manovra allo straordinario rivale, lo stuzzica con deliziose palle corte. E può perfino coltivare qualche rimpianto, perché nel primo set servirà per il parziale sul 6-5 ma il braccio gli si congelerà un po’, un lieve passaggio a vuoto che si prolungherà fino al tiebreak con un paio di errori di dritto, mentre nel secondo non gli basterà essere di nuovo avanti di un break (3-1). Raggiunto dallo spagnolo, penderà il servizio da 40-15 nel nono game, il break che sostanzialmente chiude la contesa. Ma l’esultanza al salto di Nadal conferma che lo sbarbato gliel’ha messa giù dura. Del resto Riccardo Piatti, il tecnico che ha aiutato a crescere tra gli altri Ljubicic, Djokovic, Raonic e Coric, non ha dubbi: nessuno di loro aveva l’etica del lavoro in allenamento di Jannik. […] Cresciuto nel mito, seppur tiepido, di Federer, l’anno scorso ha avuto l’onore di essere chiamato dal Divino in persona per fargli da sparring. I due si incontrarono per un allenamento lontano da occhi indiscreti, e per il giovane azzurro il campione di 20 Slam ebbe parole di elogio: «Colpisce molto bene, ha un bellissimo atteggiamento, e credo che potrà fare grandi cose in futuro». Dopo essersi allenato con Nadal, però, Jannik ha imprato ad apprezzare anche l’avversario che lo ha appena sconfitto a Parigi: «Non molla una palla e cura tutti i dettagli». Adesso che lo ha visto da vicino anche in partita, saprà sicuramente cogliere le sfumature che hanno reso lo spagnolo un fenomeno senza tempo, pronto però a raccoglierne l’eredità. […]

Martina, zero rimpianti (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Pequeño ha una lambretta nell’animo e due gambette con le sospensioni idrauliche. E nato Transformer, e ne sfrutta i privilegi in corso d’opera. Comincia Schwartzman, e diventa Schwarzenegger. La piccoletta nostra, invece, questa dimensione da mutante se la sta costruendo da un match all’altro, ma vedrete che non vi rinuncerà solo per essere uscita dai quarti del Roland Garros. Intanto, Martina Trevisan, pequeña finché si vuole, ma gigantesca per sette match filati in questa corrida autunnale giocata in una pozza di sabbie mobili, nella quale si sono viste affondare anche le foglie, ha scoperto come si colmano i centimetri mancanti, e tra sguardi fieri, risate buffe e “maremme bone” non ha mai dato l’impressione di essere a disagio per le altrui dimensioni più ingombranti. Gioca così com’è, di tanto in tanto cogliendo perfino un ace. C’è riuscita anche con Iga Swiatek, che alla fine della fiera, e per essere opposta a un’avversaria consumata da un numero di partite mai giocate prima, se l’è pure vista brutta. Martina le ha fatto una partenza con la sgommata, e se n’è andata subito, obbligandola a una risalita faticosa. Il riaggancio è però riuscito già sul 3 pari del primo set, un po’ perché Martina ha avuto quel tanto di fretta in più del necessario, un po’ per il fatto che la polacca sa spingere la palla con grande facilità dalla parte del dritto, e sul rovescio non è cosi fragile come si sente dire. Il match Martina l’ha perso per scarsa lucidità, e nessuno può fargliene una colpa. In un solo Slam la fiorentina, mancina, piccolina, ha riempito la borsa di elogi e di prime volte. La prima vittoria in uno Slam, per l’appunto. La prima contro avversarie altolocate nella classifica Wta, la prima addirittura con una top ten (Bertens, appunto). E giunta ai quarti e sarà n.83 nel ranking. «Ci provo per due anni, ma se non arrivo presto a battermi in modo stabile con le più forti, mollo tutto e mi metto a studiare», dice, senza pensarci su due volte. […] Iga Swiatek ha meritato la semifinale. Ha 19 anni, è alta a sufficienza (1,75) e molto agile nelle gambe. Deve mettere su qualche muscolo, ma il tennis è fatto per quello. Torniamo a Dieguito Schwartzman, per nove volte aveva provato a battere un top ten nello Slam e finalmente vi è riuscito contro l’avversario che sembrava, per tempra di gioco, meno abbordabile, Dominic Thiem. Un Dominator ben tostato dai cinque set cui l’ha costretto il francese Gaston negli ottavi, cui si è aggiunta l’insostenibile pesantezza del batti e ribatti del Pequeno. Non avrebbe dovuto smarrire il primo set, Thiem. Quel passaggio a vuoto, nel tie break, gli è costato una difficile ricostruzione del match, faticosa ma condotta in porto, fino al 2-1, cioè fino a quando il suo tennis energetico gli ha dato supporto. Dal quarto in poi, Schwarzy ha dominato la scena, e nel quinto Thiem non ha avuto più nemmeno la forza di alzare bandiera bianca.

Martina, fine del sogno con un futuro davanti: «Inizia una nuova vita» (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Finisce in una fredda serata d’autunno il gran ballo di Martina Trevisan alla corte di Parigi. Si spengono le luci su due settimane da sogno per la 26enne azzurra, ma non sul suo futuro che da oggi è illuminato da nuove certezze. È arrivata da numero 159 del mondo, torna a casa da numero 83 e con nuove prospettive. Iga Swiatek, con i suoi 19 anni vola alla prima semifinale Slam e dopo aver spedito a casa la numero 2 al mondo Simona Halep concedendole appena 3 giochi, ferma la corsa di Martina in due set 6-3 6-1. E dire che la toscana parte bene, con un break in apertura. Ma la 19enne polacca col passare del tempo inizia a studiare meglio la situazione, concedendo alla nostra meno occasioni per colpirla con il dritto a sventaglio, e aprendosi molto meglio il campo. Ne consegue che, nel sesto game Iga si procura tre palle break e riesce a riportarsi in parità. Martina cala, l’altra le toglie sempre di più il ritmo e la fa correre da una parte all’altra del campo. Vola via così il primo parziale, con la toscana che da 3-1 avanti, perde 6-3. La sosta non aiuta la Trevisan, che va subito sotto 1-0, tenta una reazione procurandosi tre volte l’occasione per il controbreak ma sbatte contro il muro polacco. Iga cresce ma la Trevisan non si arrende e recupera il break cercando di contenere l’ondata polacca. L’illusione della rimonta dura il tempo di un game: Swiatek prende il largo fino a un 4-1 e servizio preludio del 6-1 finale. Finisce così, senza rimpianti, la straordinaria avventura di Martina Trevisan al Roland Garros. Partita dalle qualificazioni e capace di raggiungere quarti Slam alla prima partecipazione. Un importante traguardo, non certo l’ultimo. Perché Martina è ancora lì. Aveva mollato, non aveva più nemmeno preso in mano la racchetta negli anni bui dell’anoressia e dei problemi famigliari. Pol, con l’aiuto di una psicologa, ha grattato via tutte le incrostazioni dall’anima ed è tornata a splendere. A luccicare, come i suoi occhi quando, nel 2015, al centro tecnico fedemie di Tirrenia, aveva detto a Tathiana Garbin di voler ricominciare. Aveva deciso di provarci di nuovo, spinta da quell’amore che sotto sotto continuava a scaldarla. Ora, dopo tanta fatica, è pronta a un nuovo capitolo della sua vita: «Sono triste per il risultato, è naturale, ma sono state due settimane da sogno. Ho capito tante cose, mi sono messa alla prova e sono pronta ad aprire un nuovo capitolo della mia vita».

Trevisan, finisce qui la favola più bella (Mario Viggiani, Corriere dello Sport)

Una qualificata dentro, una fuori: così sono andate le cose ieri nei quarti del torneo femminile al Roland Garros. Purtroppo per l’Italtennis la qualificata che continua l’avventura nello Slam parigino è l’argentina Nadia Podoroska e non Martina Trevisan, che è stata eliminata da Iga Swiatek, la 19enne polacca che negli ottavi era stata capace di buttare fuori Simona Halep, numero 1 del tabellone, concedendole peraltro appena tre game. È finita 6-3 6-1 in 1h18′ per la Swiatek, che quindi neppure alla Trevisan ha concesso un set. Davvero implacabile, l’erede di Agnieszka Radwanska: s’è data due anni per entrare nelle Top Ten e vincere qualcosa di importante, i presupposti ci sotto tutti e gli studi universitari probabilmente dovranno aspettare. Il gran lavoro della sua mental coach Darja Abramowicz sta ottenendo eccellenti risultati: Iga in campo ci sa stare anche con la testa, come ha dimostrato ieri dopo le minime smanie di inizio match. Pronti, via, e la Trevisan è scattata dai blocchi nel migliore dei modi: ha ottenuto subito il break, ed è andata 3-1. Solo che poi è rimasta lì. Nei primi game, Martina ha sfruttato al meglio la fretta della Swiatek, che cercava soluzioni rapide. La polacca deve aver capito che così non sarebbe andata da nessuna parte e allora s’è messa meno fretta e Iga è salita in cattedra, senza lasciare più un game alla Trevisan. Sul 5-3 per la polacca, Martina s’è anche guadagnata due palle per il contmbreak ma non le ha sfruttate e al terzo set-point Iga l’ha castigata inesorabilmente, grazie anche a qualche incertezza fatale della nostra. Sull’abbrivio dei cinque game di fila, la Swiatek ha proseguito come un treno in piena corsa anche nel secondo set: la Trevisan ha cercato di contenerla più che altro con il dritto, ma non c’è stata storia fino al 6-1 finale. Si è fermata così a quota sette la striscia vincente della Trevisan. Con i quarti raggiunti nello Slam francese, Martina ha realizzato uno strepitoso salto in alto in classifica: nonostante la sconfitta di ieri, lunedì sarà numero 83 WTA, ovviamente nuovo “best ranking”, migliorandosi di ben 76 posizioni e ritrovandosi ad appena 51 punti da Camila Giorgi, attuale numero 1 italiana.