Lo US Open premierà gli operatori medici

Gli US Open sono in programma senza spettatori ma questo proposito potrebbe cambiare a breve. Il direttore finanziario del torneo newyorkese Lew Sherr ha aperto alla possibilità di avere sugli spalti gli operatori in prima linea (dell’emergenza coronavirus ndr), i medici e le loro famiglie, se la situazione a New York dovesse restare buona dal punto di vista sanitario.

Lo Slam americano non è l’unico torneo di tennis che potrebbe tornare ad avere tifosi. L’All American Cup, il World Team Tennis e l’esibizione di Berlino hanno tutti annunciato che permetteranno la presenza limitata di spettatori ma con delle norme strette da seguire, come la firma di un’autorizzazione e posti predeterminati per rispettare il distanziamento sociale.

Sherr si è espresso anche su quest’idea, confermando la volontà dello US Open di non avere tifosi in quanto “Si tratta di un modello che per noi non può funzionare. […] Anche facessimo entrare il 10% dei possibili tifosi avremmo problemi a far rispettare il social distancing e a dare le strutture adeguate ai giocatori.”.

La posizione degli US Open non stupisce, dato che durante le tre settimane che vanno dal Master di Cincinnati fino allo Slam, tutti tenuti dentro il National Tennis Center di New York, ci saranno 250 giocatori e tra le 1500 e 2000 persone ogni giorno. I giocatori saranno sistemati nelle zone prima utilizzate dai tifosi come le suite di lusso all’interno del centro, rispettando sempre le distanze.

A Flushing Meadows però non chiudono definitivamente le porte alla presenza dei tifosi. Sempre Sherr aggiunge che “Se ci sarà la possibilità di fare qualcosa di bello per le persone che se lo meritano, lo faremo. Ma la salute e la sicurezza di giocatori e staff viene prima.”.