Verso Italia-Canada, Dancevic: “Nella nuova Davis il doppio sarà importantissimo”

Con le finali di Davis che prenderanno il via tra poche ore e che vedranno la nazionale italiana di capitan Barazzutti impegnata nello stesso girone degli Stati Uniti e del Canada, siamo andati a intervistare il nuovo capitano non-giocatore della squadra canadese. Frank Dancevic, 35 anni, per diverso tempo esponente di punta della squadra con la foglia d’acero, alla fine dello scorso anno ha deciso di appendere la racchetta al chiodo e diventare il capitano della squadra di Davis del suo Paese. Con l’esuberanza dei giovani rampanti Shapovalov e Auger-Aliassime, oltre al ritrovato Pospisil, Dancevic si trova tra le mani una fuoriserie che proverà a condurre a traguardi prestigiosi. L’intervista è stata realizzata prima dell’infortunio che ha messo fuori causa Milos Raonic, che ha dovuto rinunciare alla Davis a causa della sua schiena malandata. Inoltre il giovane Felix Auger-Aliassime ha subito un infortunio alla caviglia sinistra durante un allenamento prima del torneo di Vienna e ha dovuto saltare il torneo nella capitale austriaca, così come Parigi-Bercy e le Next Gen Finals di Milano. La sua presenza a Madrid, comunque, è per il momento confermata.


Qual è il tuo ruolo con Tennis Canada?
Seguo i giocatori durante l’anno, la loro forma, il loro stato di salute. Di solito vado ai tornei del tour nelle tre settimane prima degli incontri per stare vicino ai miei giocatori e per osservare gli avversari.

Qual è il programma prima delle finali di Madrid?
Arriveremo là una settimana prima, la maggior parte del team arriverà a Madrid verso il 12 ed inizieremo la preparazione per la finale.

Ormai la stagione è quasi finita. Hai in programma di andare a Parigi per incontrare i ragazzi?
Non ho ancora deciso, può darsi che vada a Parigi. Per il momento non è in programma, quindi il programma per il momento è quello di andare direttamente a Madrid con largo anticipo.

Qual è l’impressione generale, tua e dei tuoi giocatori, di questo nuovo formato della Coppa Davis?
Per il momento il feedback è positivo. Tutti i nostri migliori giocatori hanno dato la loro disponibilità e sono ansiosi di provare questo nuovo formato. È una novità quindi bisognerà aspettare la fine della prima edizione per capire effettivamente come funziona. Questo è uno dei motivi per cui vogliono andare a Madrid molto presto e prepararsi per il torneo.

Secondo Mardy Fish, il capitano della squadra statunitense, la cosa più importante con questo nuovo formato sarà quella di avere giocatori intercambiabili che possano giocare sia il singolare sia il doppio. Tu cosa ne pensi?
Sono d’accordo. Dal nostro punto di vista siamo fortunati ad avere giocatori che giocano sia il singolare sia il doppio nel tour e quindi abbiamo un buon numero di possibilità per quel che riguarda le formazioni da schierare. Con il vecchio formato il doppio era un punto su cinque, mentre ora è uno su tre, quindi l’importanza del doppio è certamente superiore con questa nuova formula.

Come sta Milos Raonic fisicamente, dato che ha avuto qualche problema nell’ultimo periodo?
Nelle ultime settimane ha avuto a che fare con un piccolo infortunio, ma ora sta meglio. L’ho sentito al telefono in questi giorni, mi ha detto di essere al 100% fisicamente e di essere pronto a giocare. Questa settimana rientra a Vienna ed è molto fiducioso per il resto della stagione.

Come vedi le squadre avversarie del Canada nel girone, ovvero l’Italia e gli USA?
Non credo ci siano troppe sorprese: tutti questi giocatori si affrontano nel tour, Shapovalov ha affrontato Fognini un paio di volte, solo poche settimane fa Vasek ha affrontato Seppi in Cina. Ormai a questo livello è piuttosto chiaro qual è lo stile di gioco di ognuno, per cui dovremo principalmente concentrarci su di noi, sul nostro livello di gioco. I tennisti canadesi hanno tutti un gioco molto potente, sono particolarmente adatti ai terreni veloci indoor e questa sarà la nostra forza. Ovviamente ci saranno aggiustamenti tattici di volta in volta, ma si tratterà più che altro di esprimere il nostro gioco al livello più altro possibile.

Cosa ne pensi della ATP Cup? È una novità, sarà all’inizio dell’anno, subito dopo la preparazione invernale, appena prima dell’Australian Open, simile alla Coppa Davis ma con una formula leggermente diversa. Pensi che sia una buona idea avere un evento di questo tipo oppure è solamente un doppione della Davis sei settimane dopo?
Stiamo vivendo un momento molto interessante nel circuito, non abbiamo mai avuto così tanti eventi, soprattutto così vicini uno all’altro. Credo che in questo primo anno si tratterà di un test per i giocatori, che magari proveranno a giocare entrambe le manifestazioni e vedere se funziona o meno, in modo da poter aggiustare la programmazione per le stagioni successive.

Nel 2020 ci saranno i Giochi Olimpici. Come credi che le Olimpiadi influenzeranno la programmazione della prossima estate?
Tutti i giocatori vogliono giocare le Olimpiadi, almeno una volta nella vita per vincere una medaglia. Vediamo tutti i top players che vogliono partecipare e vincere questo prestigioso alloro. Ho avuto l’occasione di giocare alle Olimpiadi in passato, credo che sia un onore per un atleta essere chiamati a giocare per la propria nazione, capita solo una volta ogni quattro anni quindi la manifestazione merita comunque qualche potenziale sacrificio nella programmazione.

Come valuti la stagione dei giocatori della tua squadra?
Denis [Shapovalov] ha avuto un anno molto solido, che ha vissuto il suo picco la settimana scorsa con la vittoria nel torneo [di Stoccolma]. Sta giocando un gran tennis indoor quindi il timing è perfetto per la Coppa Davis. Milos [Raonic] ha avuto una stagione travagliata a causa di diversi infortuni, ma è un giocatore che sa farsi valere nei momenti importanti, un vero campione, e siamo fortunati ad averlo nella nostra squadra. Vasek [Pospisil] ha dovuto sottoporsi a un intervento alla schiena durante la prima parte dell’anno ed ha ripreso a giocare solamente a Wimbledon. Sta recuperando bene, lo sto seguendo personalmente come suo coach accompagnandolo a ogni torneo, ha appena vinto un Challenger [a Las Vegas] che corona un ottimo mese in cui ha giocato un gran tennis, infilando quattro vittorie su Top 50 a Shanghai e perdendo un match molto combattuto contro Medvedev. Infine Felix [Auger-Aliassime] è passato dal n.106 con il quale ha iniziato la stagione al n.17 dove si trova adesso. Tutti i nostri ragazzi stanno giocando bene, sono in fiducia e non vedo l’ora di incontrarli tutti a Madrid.

L’ultima domanda è su di te: com’è che giochi ancora, anche se avevi detto che ti saresti ritirato?
È stato un po’ un caso, sono entrato come alternate a Pechino [nelle qualificazioni]. Un po’ di fortuna, un bell’assegno, e ho potuto assaggiare il sapore della competizione un’ultima volta. Ora però è davvero finita, posso certamente affermare di essere un ex-giocatore.