Fognini piega Seppi e per 2 ore è n. 10 (Vidovich). Brivido Fognini, top-ten per 2 ore (Crivelli). Il derby è di Fognini: «Sto bene» (Grilli). Berrettini-Sonego, coppia da Atp 2021 (Azzolini). Bentornata Bouchard, più modella che tennista (Crivelli). Osaka salva per un soffio (Grilli)

Fognini piega Seppi e per 2 ore è n. 10 (Ilvio Vidovich, La Nazione)

Per quasi due ore Fabio Fognini è stato n.10 del mondo. Scherzi della realtà ‘virtuale’, perché le sole classifiche Atp che contano davvero sono quelle che il computer detta a fine torneo. Il sogno di Fabio non si è quindi ancora realizzato. Non è lontanissimo, ma neppure così vicino. Ad oggi è infatti ancora n.12, dopo essere stato n.11 quindici giorni fa. Fognini aveva conquistato quel traguardo virtuale al Roland Garros battendo (63 60 36 63) Andreas Seppi, l’amico e compagno di tanti match di Davis e di doppio. Due ore dopo, però, il russo Khachanov ha vinto il suo match sul tedesco Stebe sopravvanzando così Fognini per 15 punti e sistemandosi lui al decimo posto. Così Fabio, che deve temere anche Juan Martin del Potro che nella classifica reale è davanti a lui ma qui ha la pesante cambiale della semifinale 2018, deve portare pazienza. Gli basterebbe fare un turno più di Khachanov e fare pari con del Potro per centrare quel traguardo che Silvia Farina accarezzò invano mille volte da n.11. L’ultimo italiano top-ten è Corrado Barazzutti che chiuse il 1978 a n.10. Per il resto, da registrare a Parigi, con le sconfitte di Bolelli con Pouille e della Paolini con la Kasatkina, i 5 set occorsi a Zverev per battere Millman e la sofferta vittoria della n.1 Wta Naomi Osaka, che è stata a due punti dalla sconfitta con la slovacca Schmiedlova (06 76 61). Oggi gioca un solo italiano, Berrettini contro Ruud, n.63.

Brivido Fognini, top-ten per 2 ore (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

I brividi della realtà virtuale riscrivono la storia per 150 minuti, il tempo che trascorre tra la vittoria di Fognini nel derby con Seppi e quella di Khachanov contro Stebe. In quelle due ore e mezza, per il gioco degli scarti, Fabio è numero 10 del mondo nel ranking live, davanti al russo. Un sogno che sta in una bolla, ovviamente, perché i calcoli non conteranno nulla fino al giorno della finale, e attorno alla top ten gravitano troppi protagonisti e ancora troppi giorni di torneo per scomodare i libroni del tennis insieme con Panatta e Barazzutti, gli unici italiani fin qui capaci di frequentare le alte sfere. Eppure l’idea che quarant’anni dopo si possa di nuovo festeggiare l’ingresso nel giardino dell’eden di un nostro giocatore finisce per esaltare la nuova dimensione di Fogna e ne rafforza le giuste ambizioni. Che gli riconoscono pure gli organizzatori: la partita con Andreas apre il programma del Mathieu, il nuovo campo-gioiello di solito destinato agli eroi di casa o ai vip e alla fine gli riservano la sala stampa principale per la conferenza stampa. Insomma, dopo Montecarlo c’è un nuovo Fabio tra noi: «Non è la mia priorità essere messo su un campo particolare o essere considerato meglio dal direttore del torneo e dagli avversari, però è vero che di me si parla un po’ di più. E dunque avverto una certa tensione, che tuttavia mi serve per provare a giocare meglio». La sfida tra gli azzurri ha un sussulto solo nel terzo set, quando Seppi esce dalla ragnatela del rivale e fmalmente alza il ritmo entrando più dentro il campo, ma in questo momento la differenza di fiducia e di qualità è un solco che Andreas non può colmare. Fognini si impone per la sesta volta in 11 confronti diretti e soprattutto sorprende con 10 ace, perché quando la testa funziona anche il colpo più debole può diventare un’arma: «Se vinci un Masters 1000, le prospettive ovviamente cambiano, ma io sto vivendo questo momento in maniera più consapevole e matura di qualche anno fa anche se rimango con i piedi ben saldi a terra. Sto attraversando un buon periodo nonostante continui a trascinarmi il problema alla gamba destra, il clima non mi aiuta perché fa freddo e c’è molta umidità». Il tormento tecnico e mentale di inizio aprile ormai è solo un ricordo in controluce, perché il Fognini del Principato non deve porsi limiti, anche di fronte a un secondo turno tortuoso contro Delbonis, 75 del mondo ma già 33: «Ogni partita è una storia a parte, sicuramente ci sarà da correre. Certo, entrare tra i primi dieci non lo immagino come un obiettivo, quanto piuttosto come un sogno che può avverarsi. Però non è un chiodo fisso e se non succede non è la fine del mondo».

Il derby è di Fognini: «Sto bene» (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Se son rose, fioriranno. Lo splendido stadio Simonne Mathieu (appena inaugurato), inserito all’interno del giardino d’Auteuil e circondato da quattro serre che contengono piante provenienti da continenti diversi, sembra il palcoscenico ideale per una città romantica come Parigi e per un abbraccio tra Fognini e il Roland Garros. Ieri il numero 11 del mondo ha conquistato la cinquantesima vittoria a livello di Grande Slam raggiungendo al secondo turno gli altri due italiani sopravvissuti, Berrettini e Caruso. Fognini ha vinto, superando facilmente un Seppi che, a dispetto della nona sconfitta consecutiva al primo turno, ha dimostrato almeno nel terzo set di avere la voglia e i colpi per continuare a buon livello. Troppo superiore però il ligure, che dopo un inizio devastante e un terzo set nel quale ha rifiatato, è stato bravo a ritrovare il proprio tennis nella quarta partita, chiudendo malgrado qualche nervosismo di troppo. «Sono contento del mio gioco – ha detto a fine gara Fognini, che nel secondo turno trova il fastidioso argentino Delbonis – non è mai facile affrontare un avversario che è anche un amico. Nei primi due set ho giocato un gran tennis, ma nel complesso sono molto soddisfatto. Dopo Montecarlo qualcosa è cambiato, anche la percezione dell’ambiente nei miei confronti e io sento di essere nel periodo migliore della mia carriera. Il campo? Molto carino, solo un po’ lontano. Ho fatto un doppio riscaldamento, uno per andare e uno per tornare…». Tutti fuori gli altri azzurri Se Bolelli con Pouille e Jasmine Paolini con Kasatkina sono stati in partita solo all’inizio delle rispettive gare, lascia un amaro ricordo lo sfortunato braccio di ferro di Stefano Travaglia, numero 119 del mondo, arresosi a Mannarino (43) dopo quasi quattro ore di lotta, con il buio incombente. Soprattutto all’inizio, il ragazzo di Ascoli – che aveva superato le qualificazioni – era sembrato rispondere senza troppa fatica alle variazioni e alle palle senza troppo peso del francese. Peccato per quel 3-1 nel secondo set vanificato da una serie negativa di cinque giochi, e anche per il break all’inizio del quarto subito restituito. Nella quinta partita, dopo aver chiesto anche l’umerveruo del fisioterapista, Travaglia ha continuato a lottare, recuperando da 0-2 a 2-2, prima di cedere definitivamente. […]

Berrettini-Sonego, coppia da Atp 2021 (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Eccoli, due da Atp Finals. Sono qui, in una forma ancora da definire, ma già in grado di mostrare le sembianze dell’opera finita, destinata a piacere, a farsi amare. Matteo e Lorenzo, Roma e Torino. Creativi e insieme avventurosi. Spinti dalla voglia di confrontarsi con le vette più clamorose. Berrettini e Sonego insieme, affiancati in una connessione intessuta di speranze e buone intenzioni. Quelle che hanno mostrato ieri, nel loro primo doppio ufficiale. Subito in campo contro Jamie Murray e Bruno Soares, seconde teste di serie, 23 titoli in doppio il britannico, 30 il brasiliano, due Slam e due Masters 1000 centrati in coppia, numeri 7 e 8 nella classifica. Due che lavorano insieme dal 2016, e che finiscono gambe all’aria sull’incalzare delle trame dei due italiani che per la prima volta si schierano in coppia. Se ne va il primo set, ma sul secondo i nostri pestano duro. Insieme, sul dritto, dispongono di una potenza di fuoco cui Murray e Soares non sono nemmeno abituati, perché il doppio di oggi è costruito sulle coppie di buoni giocatori, che da tempo hanno messo da parte le loro speranze in singolare. Matteo e Lorenzo invece hanno una classifica in singolare che il duo britannico-brasiliano non ha mai nemmeno avvicinato. Conquistano il secondo set e alla fine sfondano anche nella terza frazione, al tie break. Il doppio è solo per gli appassionati, ma la sorpresa è grande lo stesso, e fa rumore. Se fra i molti impegni i due riusciranno a ricavare uno spazio per il doppio, allora la coppia prenderà forma definitiva e fra due anni potrebbe valere davvero un posto fra le prime otto. Intanto, saranno utili alla Davis. Matteo quest’anno ha giocato prima con Seppi, poi con Cecchinato, quindi con Fognini. La soluzione migliore è però quella con Sonego perché aggiunge alla Davis due che possono giocare in singolare. La strada è questa e poco importa quale sarà il risultato finale di questo Roland Garros. La prossima è contro Pella e Schwartzman, ma conoscersi, al momento, è l’obiettivo principale. […] Escono Bolelli (battuto da Pouille) e la Paolini (da Kasatkina). Osaka rischia il disastro con la Schmiedlova, l’agguanta solo al tie break del secondo set, poi dilaga.

Bentornata Bouchard, più modella che tennista (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La terra rossa non è la sabbia di Ocean Drive delle mille stories su Instagram e il cielo non è quello di Aruba che illuminò lo shooting fotografico per il numero sui costumi di Sports Illustrated. Dentro il campo numero uno, alle cinque della sera, Eugenie Bouchard deve tornare dopo più di due mesi a fare quella cosa che ormai le riesce piuttosto difficile: giocare a tennis. Non la si vedeva con una racchetta in mano dal 19 marzo, quando perse al primo turno delle qualificazioni di Miami. Qualche giorno dopo annunciò che si prendeva una pausa indeterminata dall’agonismo per guarire da un infortunio serio agli addominali, ma in molti lo interpretarono come il segnale di un ritiro imminente. E invece rieccola di nuovo, Genie, maltrattata dall’ucraina Tsurenko eppure convinta di poter recuperare un posto al sole dopo quattro anni: «Sto per vedere la fine del tunnel dopo tanti guai fisici, devo lavorare molto sul servizio che mi ha completamente abbandonato in questo match, però dato il contesto sono felice. E poi è stato meraviglioso riprovare le sensazioni della gente che tifava per me». Eccolo, il centro del mondo della Bouchard che ha finito per inghiottirla, trasformandola da grande promessa a pin up: la ricerca continua della popolarità, i social trasformati nella grancassa di una vita da star. Eppure nel 2014 la ventenne Eugenie giocava la finale di Wimbledon (persa con la Kvitova) e saliva al numero 5 della classifica, confortando chi, vedendola da junior, le aveva pronosticato le vette del ranking. Ma quell’ascesa vertiginosa, accompagnata ovviamente da sponsorizzazioni milionarie, è stata anche la sua condanna: bella, si è ritrovata come la Kournikova dieci anni prima a dover gestire una carriera sportiva e glamour allo stesso tempo. Solo che la russa, ai tempi, non aveva la Rete per amplificare l’appeal. Invece la Bouchard (e chi la affianca) in quel mare ci ha subito sguazzato benissimo. Nel 2017, grazie a un semplice tweet, rende celeberrimo il nerd John Goehrke, con cui aveva scambiato opinioni sul Super Bowl: il loro primo appuntamento a cena, ovviamente combinato, diventa un evento di portata mondiale. E poi i servizi di moda, mentre la classifica precipita (crolla fino al numero 194, adesso è tornata 77). Eppure i tornei continuano a pagarla per averla in tabellone perché comunque fa vendere i biglietti. […]

Osaka salva per un soffio (Massimo Grilli, Corriere dello Sport)

Feriti, ma non battuti. Parigi ieri ha rischiato di vedere usciti due protagonisti tra i più attesi, entrambi sullo stesso campo, il Philippe Chatrier: Prima Sascha Zverev, ancora alla ricerca di un risultato di prestigio negli Slam, si è fatto rimontare due set dallo spigoloso Millman, per poi imporsi al quinto set di puro orgoglio. Al limite del drammatico invece la rimonta della testa di serie numero 1 del torneo femminile, quella Naomi Osaka che ha vinto gli ultimi due Slam. Infastidita dai rimbalzi sulla terra battuta e completamente fuori registro nei colpi da fondocampo, la giapponese è stata travolta nel primo set (0-6 in 23 minuti!) dalla slovacca Sctuniedlova (numero 90 del mondo). Dopo una breve reazione all’inizio della seconda partita, la Osaka è stata di nuovo sull’orlo del baratro, con la sua avversaria incapace di chiudere con íl servizio sul 5-4 e poi sul 6-5. Una volta vinto il tie break, la campionessa di New York e Melbourne ha finalmente preso il largo. Ora però contro la Azarenka, che ha eliminato la povera Ostapenko, che praticamente non si è più ripresa dopo il trionfo di due anni proprio fa su questi campi, servirà la Osaka versione numero 1 del mondo, non la brutta copia vista ieri in azione. […]