A 30 ANNI SEI FINITO

A 30 anni sei finito. Lo sport agonistico, inevitabilmente intenso, fa sicuramente male. Un tempo non era così. Gli allenamenti non erano così esasperati, le gare non richiedevano tanta dedizione. Erano i tempi del dilettantismo, immediatamente precedenti a quelli del semiprofessionismo. E in quasi tutti gli sport gli atleti cominciavano in età più avanzata a comportarsi come professionisti.

Oggi è tutto cambiato. E se è difficile stabilire quali siano gli sport più duri, quelli che richiedono maggior spirito di sacrificio perfino ai ragazzini (se non addirittura ai bambini: penso alla ginnastica), in genere si tratta di sport individuali. Nello sport di squadra, se non altro, il sacrificio è più…distribuito.

Non a caso nel nostro sport più popolare, il calcio, non c’è squadra che non schieri in formazione un bel mucchietto di trentenni, anche cinque o sei elementi su undici. Idem, in proporzione, nel basket, nel volley, nell’hockey.

Fra gli sport che logorano di più, al giorno d’oggi, c’è certamente il tennis, praticato dagli aspiranti campioni a ritmi forsennati fin da ragazzini. Ritmi che crescono sempre man mano che quei ragazzi crescono, negli allenamenti e nel susseguirsi delle gare, da un continente all’altro non appena un giovane tennista passa dallo status della promessa a quello della quasi realtà.

Riccardo Piatti faceva notare su “Tennis Italiano” che Rafa Nadal ha partecipato in sei mesi (180 giorni) da marzo a settembre a 14 tornei in tre diversi continenti e a 68 partite (più di una ogni tre giorni) perdendone soltanto cinque. E meno male che, Olmpiadi a parte, non gioca quasi mai il doppio.

Se anche Rafa non avesse dovuto affrontare voli di connessione e scali, trasferimenti in auto o treni, come minimo avrebbe trascorso altri 28 giorni fra aeroporti e aerei. Sono ritmi da forzato della racchetta. Lui ha 22 anni, Federer ne ha 27 e qualcuno si permette di rimproverare lo svizzero per un piccolo calo accusato quest’anno. Nessuno pare tener conto che sia Federer sia Nadal stanno facendo questa vita, giorno più giorno meno, da quando hanno 12-13-14 anni. Insomma Federer gira il mondo come un ossesso da quasi 15 anni, Nadal da dieci.

Qualcuno, a questo punto, si sorprenderà se sottolineo che a conferma del superlogorio cui viene sottoposto un tennista, nelle classifiche dei primi 24 del mondo non c’è nemmeno un trentenne? Karlovic n.14 ne ha 29, Blake n.10 ne ha 28. Sono i più anziani. Il tedesco Kiefer, n.25, è il primo over30. Tutti gli altri ne hanno meno. Perchè i più vecchi scoppiano. O si ritirano a 26 anni come Borg e la Henin.