WIMBLEDON: MA E’ VERA ERBA? IVAN LENDL OGGI AVREBBE VINTO IL TITOLO

Ma è vera erba? Secondo tanti, a cominciare da John McEnroe e Boris Becker che sui prati di Wimbledon hanno vinto e tanto, l’erba dei Championships non è più quella di un tempo. Quella del serve and volley, con un’unica eccezione chiamata Bjorn Borg, che però a rete sul Centre Court si vedeva comunque spesso. Quella che permetteva a Becker, il più giovane vincitore dei Championships nel 1985 a 17 anni e 227 giorni, di tuffarsi come un portiere a difesa della propria porta. Ieri lo diceva anche Flavia Pennetta, che a Wimbledon vanta due ottavi (per il momento): l’erba è molto più lenta di qualche anno fa. Infatti ai Championships anche quest’anno è possibile assistere a scambi lunghissimi da fondo campo impensabili un tempo con la pallina che scivolava via bassa e veloce e non ti consentiva la minima apertura. Le prime avvisaglie si erano avute nel 2002: finale tra Lleyton Hewitt e David Nalbandian. Vinse l’australiano, che però nulla ha a che fare con la tradizione aussie del passato dei vari Laver, Emerson, Rosewall e Newcombe. Poi è cominciata l’era Federer, vincitore delle ultime cinque edizioni, che sta dominando come prima avevano fatto solo Borg (cinque titoli) e Sampras (sette). E non è che il numero uno a rete ci vada più di tanto, sicuramente molto meno di Pistole Pete. Le ultime due finali Roger Express le ha giocate e vinte contro Nadal, il re della terra rossa con i suoi “liftoni” di diritto e rovescio bimane che ora fanno male pure sull’erba. Solo un caso? O, senza nulla togliere a Rafa, che di giorno in giorno diventa un giocatore più completo, un po’ è merito dei prati meno veloci del passato? Che Nadal, per quanto è bravo e forte, vinca sui prati del Queen’s, primo spagnolo a conquistare un titolo sull’erba 36 anni dopo Andres Gimeno a Eastbourne, ci sta. Fa però riflettere il successo di un altro spagnolo, David Ferrer, a Rosmalen. Sull’erba di oggi, ne sono convinto avrebbe vinto l’agognato titolo ai Championships anche Ivan Lendl, che per un paio di stagioni si sottopose ad allenamenti specifici per migliorare il suo gioco a rete ma poi a Wimbledon fu battuto due volte in finale (1986 e 1987) prima dall’aussie Pat Cash e poi da Bum Bum Becker. Oggi Ivan il Terribile ce l’avrebbe fatta.