I DUBBI DELLA DOLCE AMELIE

In Francia se lo chiedono preoccupati: davvero la Mauresmo sta pensando al ritiro a 28 anni? Le dichiarazioni al quotidiano “L’Equipe” alla vigilia del torneo di Dubai, dove ha vinto nel 2002 e giocato la finale lo scorso anno, alimentano i dubbi sul futuro di Amelie: “In fondo a me stessa c’è sempre una piccola voce che mi sussurra che sarebbe meglio fermarmi – ha detto l’ex numero uno del mondo – gioco a Dubai per fare del mio meglio, ma c’è sempre quella vocina che accompagna tutti i miei sforzi. Così è difficile andare avanti”. Crisi personale più che tecnica, dunque. Sicuramente Amelie è piena di dubbi, quasi in stato confusionale. Le dichiarazioni a “L’Equipe” non lascerebbero spazio a molte interpretazioni, ma poi la stessa Mauresmo sul suo sito ufficiale scrive: “Sono motivata, farò di tutto per ritrovare il mio tennis migliore. E’ un momento difficile, ma non mi arrendo”. Due dichiarazioni che si contraddicono: da un lato la tentazione di mollare tutto, dall’altra la voglia di ritornare protagonista.
Certo è che dopo un 2006 eccezionale con due titoli dello Slam (Australian Open e Wimbledon, gli unici della carriera), e la scettro di numero uno del circuito Wta mantenuto per otto mesi, la passata stagione è stata da dimenticare, complice anche un’operazione di appendicite che l’ha bloccata nel marzo scorso tenendola fuori circa tre mesi. Anche il 2008 è iniziato male, tanto che ci si chiede se mai la Mauresmo riuscirà a tornare ai livelli di un paio di stagioni fa. Per la prima volta dopo nove anni è uscita dalle top venti (attualmente è numero 29). Agli Australian Open si è fermata al terzo turno battuta dall’australiana Casey Dellacqua, che non è un fenomeno. La scorsa settimana a Doha si è arresa alla thailandese Tamarine Tanasugarn, numero 101 del ranking: era dal 1999 che la Mauresmo non perdeva con una avversaria fuori della top cento.
In carriera ha vinto 24 titoli e del suo tennis si è innamorato il pubblico romano. Al Foro Italico dove Amelie ha disputato cinque finali, tre perse (2000, 2001, 2003) e due vinte (2004 e 2005). Di lei si è sempre detto: un grande talento spesso sprecato a causa di una tenuta mentale ballerina. Che non sia un cuor di leone e che soffra la pressione è un fatto: al Roland Garros, il torneo dei sogni di ogni francese che si rispetti, in 13 partecipazioni non è mai andata oltre i quarti di finale (due volte), perdendo spesso match incredibili proprio perché incapace di gestire la pressione che l’accompagna inevitabilmente quando gioca a Parigi. Non vederla più in campo sarebbe però un peccato: Amelie è una delle poche giocatrici divertenti e spettacolari in un circuito in cui ormai quasi tutte giocano allo stesso modo, ovvero picchiando da fondo campo. Il suo tennis non è solo potenza e accelerazioni: somiglia più ad un ricamo da artista. Forza Amelie: non ti arrendere!