ROCHE LANCIA LA SFIDA: HEWITT PUO’ TORNARE GRANDE

Nel novembre 2001 è stato il più giovane numero uno della storia open: Lleyton Hewitt aveva 20 e 8 mesi. Ora l’australiano va per i 27 (li compirà a febbraio), non vince un torneo dello Slam dal 2002 (Wimbledon) e in classifica è sceso un bel po’: numero 21 a fine stagione. Soprattutto Lleyton è incappato in pieno nell’era Federer. Con lo svizzero ha però in comune un certo Tony Roche. Dopo averlo vinto da giocatore, il sessantaduenne coach di Wagga Wagga ha provato per un paio d’anni a dare i consigli giusti a Federer per conquistare l’unico titolo che tuttora manca alla bacheca del numero uno, il Roland Garros, e che da un paio di stagioni nega a Roger la gioia del Grande Slam, impresa riuscita tra gli uomini solo a Donald Budge e Rod Laver. Missione fallita, quella di Roche, anche per “colpa” di un certo Nadal, da tre anni re indiscusso della terra rossa. Ora il “vecchio” Tony si è scelto un’altra “missione”: riportare ai vertici Hewitt, che alcuni, pure tra i suoi connazionali, considerano già un ex giocatore. Curioso il destino di Lleyton: anche quando vinceva, in patria non è mai stato molto amato. Sarà perché gli australiani sono puristi del tennis, stravedono per il serve and volley e l’ultimo esponente di questa razza in estinzione è stato Pat Rafter. Hewitt con il suo gioco ricorda più Borg, cui era stato paragonato all’inizio della carriera per la sua forza mentale, o per non scomodare miti inarrivabili, Wilander. Riuscirà Roche a far risorgere Lleyton? La prima tappa è Melbourne dove a metà gennaio prenderanno il via gli Australian Open. Tony ci crede: “Hewitt ha già vinto gli US Open e Wimbledon – dice – e in Australia contiamo molto su di lui per riportare in patria un titolo che manca da troppo tempo”. Dal 1976, per la precisione, quando vinse il baffuto Mark Edmondson. Intanto gli organizzatori hanno deciso di accontentare Hewitt che negli ultimi anni si era lamentato della superficie utilizzata a Melbourne Park: lento, secondo Lleyton, il bollente rebound ace sul quale la pallina aveva rimbalzi troppo alti. Dal 2008 si passa al plexicushion, un materiale acrilico sul tipo di quello usato agli US Open, che renderà i campi leggermente più veloci. Basteranno Roche e una nuova superficie a far risorgere “Mister Come on”?