TELESPETTATORI E TELECRONISTI

Il fenomeno è in atto già da qualche tempo, ma durante il Masters di Shangai ha raggiunto vette senza precedenti grazie al fatto che la formula del round-robin rende meno drammatici e importanti i match del primo turno. Mi riferisco al fatto che i telespettatori possono interloquire via email con i telecronisti e che questi ultimi finiscono pertanto col passare più tempo a rispondere alle loro domande (che spaziano a 360 gradi su tutto l’orizzonte tennistico) che a commentare il match che si sta svolgendo sotto i loro occhi e sul teleschermo.
Non si tratta di una semplice curiosità ma di una novità che sta cambiando il modo di fare informazione e che trova evidenti riscontri sugli altri media, perché anche i siti internet monotematici stanno sempre più trasformandosi in luoghi d’incontro fra appassionati, i quali chiedono le notizie che vogliono conoscere anziché limitarsi a fruire di quelle che trovano online e si scambiano pareri e osservazioni fra di loro, le tv generaliste propongono sempre più spesso sondaggi via sms in tempo reale e persino i giornali di carta si aprono ai lettori affiancando nuove iniziative alle tradizionali rubriche delle lettere.
Non sempre, in realtà, si tratta di un “democratico” trasferimento di potere dalla casta giornalistica al “popolo” attraverso la trasformazione di quest’ultimo da semplice consumatore a fornitore di informazione. Anzi, in certi casi, il potere dei giornalisti è ingigantito dalla novità dell’interazione, perché consente loro di esprimersi anche su argomenti che non conoscono bene o di avventurarsi su terreni che eviterebbero qualora non vi fossero costretti, è questo significa che è molto forte il rischio che essi forniscano indicazioni sbagliate o pareri fuorvianti.
In attesa che la tv trovi nella tecnologia una soluzione per gestirlo in modo più evoluto, il fenomeno dovrebbe pertanto imporre sempre di più ai telecronisti e ai commentatori di studiare e prepararsi per acquisire una conoscenza globale e dettagliata dell’argomento che trattano ed evitare il rischio di sparare frescacce, rivelandosi poco credibili. Un problema che la tv satellitare, strutturalmente specializzata, è già in qualche misura già attrezzata a fronteggiare ma che potrebbe rivelarsi invece di più difficile gestione per le emittenti tradizionali, le cui logiche di funzionamento sono ispirate ad altri criteri.