LA SERGIO TACCHINI IN MANI CINESI

da www.ilsole24ore.it

Sventola la bandiera cinese sulla Sergio Tacchini. Salvo imprevisti dell’ultima ora, oggi il Tribunale di Novara darà via libera alla richiesta di concordato preventivo dell’azienda di Bellinzago spinta sull’orlo del fallimento da 70 milioni di euro di debiti. L’intesa tra i creditori spalancherà le porte della Sergio Tacchini all’ingresso di un cavaliere bianco cinese: Hembly International Holdings, uno dei principali gruppi asiatici di outsourcing e distribuzione di abbigliamento quotato alla Borsa di Hong Kong, ma saldamente controllato da capitali in arrivo da oltre la Grande Muraglia. Per accelerare i tempi, in prima battuta a salvare dall’insolvenza la società novarese sarà la H4T, una holding cinese che fa capo a Billy Ngok, presidente e padre padrone del gruppo Hembly. La scorsa primavera, la finanziaria cinese aveva già prestato i primi soccorsi alla Sergio Tacchini prendendo in affitto il suo complesso aziendale e siglando un accordo di fornitura. Ora il sì dei creditori apre la fase due del contratto che prevede l’acquisto di tutti gli asset da parte di H4T.

Quest’ultima, nel giro di tre anni, girerà poi tutto il pacchetto a Hembly International Holdings.
Sebbene oggi la Sergio Tacchini sia una società in crisi e dall’immagine sbiadita, si tratta di un’operazione importante.Un’operazione il cui significato va ben oltre il salvataggio di quello che, fino a una ventina d’anni fa, era uno dei marchi dell’abbigliamento made in Italy più conosciuti e apprezzati nel mondo. Per una ragione molto semplice: è la prima volta nella storia che i cinesi riescono a mettere le mani su un’azienda e un brand italiano di fama internazionale.
Tutte e due le mani. L’acquisizione della Sergio Tacchini dalla procedura concordataria, infatti, consentirà al gruppo Hembly di diventare azionista unico dell’azienda di Bellinzago, senza joint venture, partnership o altre formule di partecipazione mista. Insomma, da domani la società regina del tennis made in Italy parlerà solo cinese. Il principale obiettivo del cavaliere bianco con gli occhi a mandorla è quello di rilanciare il marchio Sergio Tacchini. In tempi rapidi e anche su mercati dove oggi è ancora del tutto sconosciuto. A partire da quello cinese che Hembly conosce a menadito. Billy Ngok ha già ben chiara in testa la strategia per riportare la Sergio Tacchini agli antichi fasti, quando campioni del tennis del calibro di Jimmy Connors, Ilie Nastase, John McEnroe e Vitas Gerulaitis vestivano le magliette made in Bellinzago.
Ma il futuro dell’azienda è oltre il tennis. Il progetto di Hembly prevede infatti una declinazione del marchio molto più ampia rispetto al passato. Secondo fonti vicine all’operazione che ha condotto l’azienda novarese in mani cinesi, il gruppo cinese intende trasformare la Sergio Tacchini in un brand destinato alla fascia di mercato tempo libero-smart casual, diretto soprattutto ai giovani che amano vestire lo stile italiano.
Il progetto per Sergio Tacchini rientra nella strategia di Billy Ngok che prevede nel giro di qualche anno la creazione di una miniholding del lusso a portata del grande pubblico; anche tramite l’acquisizione di marchi famosi ma dall’immagine appannata. Storie come quella di Sergio Tacchini, o di altre aziende messe in crisi dal management o dai passaggi di proprietà generazionali che hanno bisogno di un’iniezione di nuova linfa e dell’accesso a nuovi mercati per riprendere quota.
Già oggi Hembly ha strette relazioni d’affari con una trentina di marchi del tessileabbigliamento di notorietà mondiale. Per i quali è fornitore in outsourcing (tra queste figurano anche Benetton, Diesel, Armani Jeans, Lotto, Hugo Boss, Valentino), oppure è distributore sul mercato cinese (Moschino, Stonefly, Sisley). Nel primo semestre 2007, il gruppo di Hong Kong ha realizzato un giro d’affari di 32,5 milioni di euro, con un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Luca Vinciguerra