Caraibi e America Latina: +0,5% PIL nel 2015

La Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (ECLAC, ovvero una delle cinque commissioni economiche regionali che riportano all’ECOSOC delle Nazioni Unite) ha pubblicato l’ultimo Economic Survey of Latin America and the Caribbean, lanciato a Santiago (Cile) il 29 Luglio scorso.

I dati parlano di una crescita media dell’area dello 0,5% per il 2015, risultato di una contrazione dello 0,4% del Sud America, contro un incremento del 2,8% di Centro e Messico e dell’1,7% dei Caraibi. Sul piano nazionale, la migliore performance è registrata da Panama (+6%), seguita da Nicaragua e Repubblica Dominicana (+4,8%) e Argentina (+2,4%). Maglia nera invece al Brasile, che registra una flessione del PIL dell’1,5%, ma sopratutto al Venezuela, che fronteggia un rallentamento del 5,5%.

Diverse le cause della riduzione del PIL per alcuni paesi: tra i fattori esterni, la Commissione ricorda la decelerazione cinese e di altre economie emergenti (eccetto l’India); mentre le cause domestiche sono da rintracciare nella caduta del prezzo delle materie prime, nella contrazione degli investimenti, in aggiunta alla riduzione dei consumi, responsabili di un calo consistente della domanda interna (fattore che ha guidato la crescita negli ultimi anni).

Il rapporto consiste in tre parti: la prima delinea le performance regionali nel 2014, l’analisi dei trend rilevati nella prima metà dell’anno in corso (fino al 30 Giugno) e le proiezioni per i futuri sei mesi. La seconda contiene i report relativi alla dinamica degli investimenti pubblici e privati e alle relative sfide nella regione, oltre che ai gap infrastrutturali rilevati. Infine, la terza parte è dedicata agli annessi statistici.

Tra le raccomandazioni dell’ECLAC, la necessità di sostenere ed incoraggiare gli investimenti pubblici e privati, al fine di riprendere la crescita e migliorare la produttività dell’area.