NADAL DOVRA’ RINUNCIARE AL CEMENTO?

Si può essere dei tennisti vincenti senza giocare sul cemento? Puntando esclusivamente sui tornei su terra, tra Sudamerica ed Europa, e su erba, fin dove si può spingere un tennista? Il nuovo, o sarebbe il caso di dire “il solito”, infortunio di Nadal al ginocchio potrebbe aprire nuovi scenari sul fronte della programmazione dei tennisti. Coloro che seguono il tennis, tifosi o non dell’iberico, non possono non interrogarsi sul futuro dell’ex numero 1 del mondo, unico vero “anti-Federer” di queste ultime stagioni. Nadal, inutile nasconderlo, sembra soffrire fisicamente le superfici più dure. La soluzione più drastica sarebbe concentrarsi sul rosso e sull’erba, provando a giocare soltanto Australian Open e Us Open tra i tornei sul cemento. Ma che campione sarebbe Nadal? Un campione a mezzo servizio?

Il calendario troppo fitto è più volte finito sotto accusa, ma è anche vero che sono i giocatori a decidere il proprio programma. Pensare che Roger Federer, il numero 1 del mondo, nel 2009 ha disputato appena 15 tornei (Atp World Tour Finals incluse), rinunciando al Masters1000 di Shanghai e a due prove Atp500.

Se foste consiglieri di Nadal cosa direste al campione all’indomani del ritiro e della perdita della seconda posizione mondiale?

Secondo me è impossibile per Nadal rinunciare al cemento. A 23 anni non è pensabile “limitare” un giocatore che è già stato numero 1 del mondo e che ha, giustamente, ambizioni di gloria assoluta. La scelta più drastica sarebbe un sacrificio tattico: scambi più corti e maggiori offensive a rete. Ma servirebbe tanto lavoro per ottenere risultati non a breve termine.