VERDASCO, LO SPAGNOLO ATIPICO?

Il nuovo Fernando Verdasco. Lo spagnolo di Madrid, eliminando Andy Murray negli ottavi, ha firmato l’impresa della giornata agli Australian Open ed ottenuto il suo miglior risultato in un torneo dello Slam. In questo inizio di stagione Verdasco sta giocando davvero bene come testimonia la finale raggiunta a Brisbane un paio di settimane fa. La vittoria in Davis dello scorso novembre gli ha regalato un’enorme carica di fiducia: quello che gli serviva, visto che le potenzialità come giocatore le ha sempre avute. E’ uno spagnolo atipico, anche se oramai dopo Moya, Robedo, Lopez o, soprattutto, la vittoria di Nadal sull’erba di Wimbledon non si può più parlare di giocatore spagnolo “tipico”. Murray aveva sempre vinto contro Verdasco, ed in quattro occasioni su cinque senza concedere nemmeno un set. La chiave del successo dello spagnolo sono stati gli ultimi due set nei quali Verdasco ha servito meglio (buona la percentuale di prime palle) ed ha commesso ben dieci errori gratuiti in meno del suo avversario. Forse Murray, dopo aver dominato il primo set, non avrebbe dovuto lasciare così facilmente il secondo a Verdasco e lo stesso discorso vale per il quarto set: non so però quanto abbiano influito le condizioni fisiche non ottimali dello scozzese, che ha comunque tenuto fino al quinto.
Analizzando il gioco dello spagnolo, Fernando ha sicuramente uno dei migliori diritti del circuito – parola di Rafael Nadal – ed un rovescio a due mani che è piuttosto insidioso vista la traiettoria mancina. Inoltre nell’ultimo anno è cresciuto molto con il servizio e questo gli permette di esprimersi molto bene anche sul veloce per non parlare di una condizione fisica invidiabile. Negli ultimi mesi è maturato soprattutto come atteggiamento in campo: è più attento alla gestione del match ed è in grado di sfruttare le poche occasioni che i giocatori più forti concedono. Attualmente è numero 15 nel ranking, ma se mantiene questa fiducia, e di conseguenza il rendimento, può arrivare nei primi dieci – del resto ci è andato molto vicino già nel luglio scorso quando è salito fino al numero 11 -: in passato ci sono riusciti giocatori di minori potenzialità come Berasategui. Anzi, penso che possa puntare addirittura ai top-5 se la stagione sul rosso andrà bene.