IN SVEZIA IL TENNIS NON TIRA PIU’

Quando nel 2002 Thomas Johansson vinceva gli Open d’Australia, battendo in finale Marat Safin, a Melbourne c’era un solo cronista svedese, arrivato per giunta appena due giorni prima della finale. A poco meno di sette anni da quel sorprendente successo, in Svezia il tennis è quasi sparito dai media e la grande epopea nazionale della racchetta sembra essersi definitivamente esaurita. Non è bastato, infatti, il successo in extremis a Lione di Robin Söderling a salvare l’ennesima stagione deludente per il Paese che ha dato i natali a Borg, Wilander ed Edberg. Sembra quasi che non si tratti più della stessa Svezia che tra 1974 e 2002 collezionò sette Coppe Davis e 25 tornei dello Slam (11 Borg, 7 Wilander, 6 Edberg e 1 Johansson). E se tra l’ultimo acuto di Edberg e l’unico di Thomas Johansson era passato un decennio senza una stella di prima grandezza, neanche in quel periodo i buoni giocatori erano mancati. Enqvist, Larsson, Gustafsson, Norman, Björkman, tutta gente che, senza meritarsi la Hall of Fame, era comunque riuscita, negli anni ’90, a sfondare il muro dei top-10. Ora, invece, nemmeno quello. A guardare la classifica mondiale c’è un solo viking tra i primi 20, proprio “cavallo pazzo” Söderling, un tennista capace di vincere come di perdere contro chiunque, che quest’anno, oltre a trionfare a Lione, è andato per altre tre volte vicino alla conquista di un torneo Atp. Dietro di lui però c’è il vuoto: il numero 2 svedese è appena 131mo nella graduatoria, mentre nel 1987 i top-100 erano ben tredici.
Cosa è successo? La mancanza del campionissimo, capace di catalizzare le attenzioni di folle e sponsor, si è fatta sentire. Un po’ quello che è successo in Germania nel dopo Becker e Stich. I giovanissimi hanno iniziato a preferire altri sport, hockey e calcio su tutti. Le tv, che già non si esaltavano nel trasmettere tennis durante l’epoca d’oro, hanno finito per snobbare anche la Coppa Davis, alimentando l’allontanamento dei ragazzi. Gli sponsor hanno fatto un passo indietro. A partire da quel 1995 in cui il torneo di Stoccolma passò dal maestoso Super-9 della Globe Arena al più dimesso International Series della Kungliga Tennishallen con la metà del montepremi. Oggi la Federtennis svedese è costantemente in rosso e, secondo tennisti, coach e altri addetti ai lavori, è un carrozzone incapace di sviluppare progetti innovativi e di guardare avanti. Jonas Björkman, l’ex numero 4 del mondo, per esempio, lo scorso febbraio si è sfogato al microfono di Ravi Ubha di Espn.com denunciando lo «scarso attivismo della federazione nel dar seguito a idee proposte da noi per rilanciare il tennis in Svezia». Gli ex campioni, però, non si sono scoraggiati e sono scesi in campo per dare una mano: da Edberg, che ha avviato dopo il ritiro una sua fondazione dedicata ai giovani (ma è anche il primo a dire che all’orizzonte non ci sono nuovi talenti) a Magnus Norman, che, supportato dal gruppo finanziario Catella, è a capo della prima accademia privata nazionale a cui partecipano ragazzi tra i 15 e i 18 anni.
Come se i guai non bastassero sono arrivati anche gli infortuni a tarpare le ali di alcune delle ultime stelle scandinave. Forse la Svezia avrebbe ritrovato un vero top-player se i problemi ripetuti all’anca e al ginocchio non avessero ostacolato proprio Magnus Norman e quelli al piede e alla caviglia avessero lasciato in pace Thomas Enqvist. Per non parlare di Joachim Johansson, lo svedese più promettente degli ultimi anni semifinalista allo US Open 2004, che solo allo scorso torneo di Stoccolma è tornato alle gare, dopo aver passato due anni e mezzo a lottare con un infortunio alla spalla destra e aver annunciato anche il ritiro. Anche Robin Söderling è tornato quest’anno dopo aver sconfitto un problema al polso.
A fine 2008 il risultato svedese più prestigioso è forse la medaglia d’argento olimpica conquistata dal duo Thomas Johansson-Simon Aspelin, sconfitti in finale a Pechino solo da Federer e Wawrinka. Sempre nel doppio, Björkman ha conquistato tre titoli: a Båstad con l’altro svedese Söderling e a Stoccolma e Bercy con Kevin Ullyett. Ma Jonas, ormai 36enne, ha deciso di abbandonare il circuito. E dopo di lui, per i gialloblu, il futuro è ancora grigio.