I VERDETTI DI WIMBLEDON

Ridono Nadal e Serena, piangono Federer e le belghe Clijsters e Henin. Grazie al secondo trionfo sull’erba londinese, ottavo titolo in tornei dello Slam, Rafa, che come nel 2008 ha centrato la prestigiosa accoppiata Roland Garros-Wimbledon, ha rafforzato la sua posizione di numero uno del mondo forte di un vantaggio sul numero due Djokovic di quasi quattromila punti. Quello del mancino spagnolo, tornato in vetta al ranking all’indomani del suo quinto successo a Parigi, sembra un regno destinato a durare un bel po’. Anche se le sue condizioni fisiche (vedi i ricorrenti problemi alle ginocchia) inducono alla prudenza. Basti pensare che Nadal nel marzo scorso era addirittura numero quattro del ranking e che è tornato a vincere un torneo (Monte Carlo) lo scorso aprile dopo un digiuno di 350 giorni.
Wimbledon apre molti punti interrogativi su Federer. Dopo aver giocato 23 semifinali consecutive in torneo del Grande Slam (una striscia mostruosa), lo svizzero sia a Parigi che a Londra si è fermato nei quarti, battuto da due giocatori, Soderling e Berdych, il cui stile di gioco (servizio e colpi da fondo potenti) rappresenta il prototipo del giocatore moderno. La sconfitta sull’erba londinese è costata a Federer anche la seconda posizione del ranking mondiale (ora è tre), lui che dal 10 novembre 2003 era sempre stato o numero uno (285 settimane in totale, una in meno del record di Pete Sampras) o numero due. Si è chiusa un’epoca? Alle soglie dei 29 anni (li compirà ad agosto) Roger sarà ancora capace di tornare a vincere, se non a dominare? Per le prime risposte bisognerà attendere gli US Open di fine agosto.
Intanto dietro Nadal sta venendo fuori la generazione dei venticinquenni come Soderling e Berdych, rispettivamente finalisti al Roland Garros e a Wimbledon, entrambi, guarda caso, capaci di battere proprio Federer. Sono loro, più che Djokovic e Murray che pure al momento li precedono nel ranking, i giocatori che spingono alle spalle del numero uno Nadal. Il loro tennis potente, talvolta anche brutale, come quello di Juan Martin Del Potro, fermo per infortunio ma capace di vincere gli US Open 2009 battendo il solito Federer, rappresenta il futuro.
Wimbledon conferma anche che il circuito femminile ha un’unica padrona che si chiama Serena Williams. Per il resto, con tre semifinaliste ai Championships comprese tra la 21esima e l’82esima posizione nella classifica Wta, c’è grande incertezza. Serena non sarà un esempio di continuità nell’arco della stagione, visto che gioca poco ed ha tanti interessi al di fuori del tennis (ma forse proprio per questo a quasi 29 anni è ancora la più forte), ma dall’alto dei sui 13 titoli dello Slam si conferma una delle più grandi campionesse di tutti i tempi.
In un circuito femminile in cerca di personaggi, era stato accolto con curiosità il ritorno delle due belghe, entrambe ex numero uno del mondo. Mamma Clijsters dopo un inizio scoppiettante con l’inatteso trionfo agli US Open 2009, centellina le apparizioni, un po’ per problemi fisici (ha dato forfait al Roland Garros), un po’ per stare vicina alla piccola Jade. La Henin ha giocato la finale agli Australian Open di inizio stagione, praticamente appena dopo il rientro in attività, poi non è più riuscita ad essere protagonista. Nonostante il grande talento, Justine non è più quella di un paio di anni fa. Ci sarebbe anche la Sharapova: non pervenuta.