VOTI AGLI AZZURRI: TUTTI PROMOSSI

Abbiamo dovuto aspettare le ombre della sera della domenica, ma ce l’abbiamo fatta. La nostra squadra ha evitato la C, dove invece il prossimo anno sarà costretto (forse) ad esibirsi un enorme talento come Ernest Gulbis, penalizzato dalla mancanza di un partner all’altezza.
Nonostante la vittoria, nel team italiano non sembra esserci serenità. Prima il caso Bolelli, con la probabile coda di un provvedimento disciplinare. Ma anche ora, a bocce ferme, le polemiche non si placano, e le critiche non risparmiano nessuno dei protagonisti: c’è chi se la prende con la precoce resa di Fognini, che sarebbe reo di non aver lottato fino alla fine nel suo match d’esordio; alcuni sottolineano la mancanza di killer instinct in Andreas Seppi, che non è riuscito a chiudere la partita contro il talentuosissimo lettone nonostante un vantaggio di 2 set a 0 e poi di un break nel quinto set; altri denunciano la mancanza di autorevolezza con cui Starace ha portato il punto decisivo contro un modesto tennista come Juska; e soprattutto, vengono criticate le scelte del malcapitato Barazzutti: ha “bruciato” Fognini, non gli ha dato modo di rifarsi, non ha convocato Cipolla, etc. etc.
Vediamo di analizzare serenamente le prestazioni fornite dai protagonisti di questo week-end di Davis.

Fabio Fognini 6+. L’esordio di Fabio in Davis è stato alquanto diverso da come l’azzurro se lo era immaginato. Pubblico scarso e infreddolito, poco entusiasmo, addirittura la tifoseria lettone che prevaleva negli incitamenti. Fabio era motivatissimo, ci teneva da morire a questo esordio e non ha avvertito l’emozione, partendo fortissimo. Il ligure ha però confermato, contro un giocatore dal grande spessore tecnico, i suoi attuali limiti: tenuta mentale altalenante e scarsa continuità al servizio. Dopo l’ottimo avvio, ha permesso al lettone di rientrare e da lì in poi la strada è stata davvero in salita perché Gulbis ha progressivamente alzato il livello di gioco. Fabio ha lottato, si è sfiancato in rincorse estenuanti ma, complice anche un po’ di sfortuna, si è trovato sotto per due set a 0 al momento della sospensione per oscurità. Il mattino successivo il ligure ha provato a giocare più aggressivo, a cercare maggiormente il diritto del rivale (il colpo meno solido del lettone), ma il suo rendimento al servizio è ulteriormente peggiorato, mentre Gulbis ha giocato in modo impressionante e la vicenda si è rapidamente conclusa. Oltre alla prestazione in battuta, come detto, Fognini deve rimproverarsi le pause agonistiche che ancora si concede: alcuni errori banali, specie di diritto, gli sono costati il tie break del primo set, che è risultato decisivo nell’incanalare il match verso una conclusione rapida. Fra le note positive, va detto che Fabio, al cospetto di un giocatore molto forte, ha mostrato di possedere un repertorio tecnico molto vario e completo, un’ottima sensibilità di mano, una buonissima base atletica, e di aver irrobustito parecchio la pesantezza della sua palla. Il ligure è per ora un “fighter discontinuo”, definizione solo apparentemente paradossale. Nel clima della lotta, infatti, Fognini si esalta, perché nella bagarre riesce a tenere più alto il livello di attenzione e a produrre un rendimento più continuo. In questo, occorre riconoscerlo, la cornice sonnolenta di venerdì non lo ha aiutato. Ma Fabio non è certo bocciato. Il ragazzo di Arma di Taggia ha grande ambizione e volontà di migliorarsi, fa da sempre le scelte giuste ed è seguito da un ottimo team. Tornerà molto utile alla squadra, in prospettiva, specie se gli riuscirà di giocare match di Davis su palcoscenici importanti, che ne esaltano il carattere particolare, solo apparentemente indolente.

Andreas Seppi 7 1/2. L’altoatesino conferma di meritare ampiamente di essere l’attuale n. 1 d’Italia. In due soli giorni, l’allievo di Massimo Sartori ha disputato la bellezza di dodici set, portando due punti e andando molto vicino a portare il terzo. Dopo aver sbrigato la pratica con Juska, nel doppio Seppi ha avuto il merito di non abbattersi dopo un avvio oggettivamente disastroso, e dopo il break iniziale, subito a zero, non ha più perso il servizio. Ha sbagliato alcune conclusioni di troppo nei pressi della rete, ma ha risposto con grande continuità per tutto il match e ha avuto l’umiltà di mettersi a disposizione del più ispirato Starace, tra l’altro aiutando il campano a mantenere la concentrazione nelle fasi calde del terzo set, quando fra Poto e Gulbis era iniziata una autentica “guerra” psicologica fatta di “come on!” urlati in faccia e minacciose occhiate di sfida. Infine, il match con Gulbis: è stato molto bello, quasi 4 ore di tennis giocato a livelli davvero alti, non certo da spareggio per evitare la serie C. Andreas ci teneva tantissimo a battere l’Ernesto, e ha dimostrato ancora una volta che dietro la sua indole taciturna, apparentemente dimessa, si cela un uomo e un tennista di carattere. Superato il comprensibile calo atletico nella fase centrale dell’incontro, si era ripreso alla grande nel quarto set, recuperando due break. A quel punto, dopo la sciagurata gestione del tie break, nel quale ha commesso 4 errori gratuiti, in tanti avrebbero mollato nel quinto. Andy invece ha trovato le risorse fisiche e mentali per sprintare ancora, è andato avanti 3 a 1, mentre il livello di gioco saliva ulteriormente. Gulbis, che ha sorpreso davvero tutti non tanto per i picchi di rendimento (che tutti ci aspettavamo) ma soprattutto per la continuità nervosa, è stato davvero bravissimo a prendersi il match, a suon di vincenti davvero spettacolari. Andreas però può rimproverarsi poco: il brutto tie break del quarto set e, ancora una volta, una seconda di servizio che, sebbene migliorata, si è fatta troppo tenera proprio nelle fasi calde del set decisivo. Ma l’azzurro vale ampiamente la sua classifica, e salirà ancora.

Potito Starace 7. Poto, va detto, non sta attraversando un momento di forma particolarmente brillante, specie sotto il profilo atletico. Ma il campano tiene tantissimo alla maglia azzurra, e nel doppio ha trovato grandi risorse nervose, risultando il migliore in campo. Pur non servendo benissimo (alla fine saranno 3 i turni di battuta persi) Starace ha risposto meglio del solito, riuscendo a trovare impatti ravvicinati, specie con il rovescio bimane, per lui davvero inconsueti. Ma soprattutto, l’azzurro ha fatto valere le sue doti di allungo e di sensibilità nei pressi della rete, dove è stato il migliore in campo. Deliziose alcune sue schermaglie ravvicinate con Gulbis, con una serie di tocchi, finte e traiettorie angolatissime davvero pregevoli. Messo in campo nel singolare decisivo, dopo aver probabilmente consumato parecchie energie nervose in panchina, seguendo ansiosamente il match di Seppi, il campano non ha brillato. La sua condizione atletica approssimativa si è fatta evidente a partire dal secondo set, con una posizione in campo sempre più lontana dalla linea di fondo. Da lì, costretto per lunghi tratti a subire l’iniziativa di Juska, un tennista mediocre ma dal gioco aggressivo, aspettandone pazientemente gli errori, Poto si è messo a “remare” con grande umiltà e abnegazione, pur di portare alla squadra il sospirato terzo punto. Encomiabile. Se riuscirà a riacquistare una condizione fisica decente, sulla terra battuta si potrà sempre contare sull’amore di Poto per la nazionale.

Corrado Barazzutti 7-. L’epicentro delle critiche è ancora una volta lui, Corrado. Tuttavia questa volta, considerata l’importanza della posta in gioco (una retrocessione in C sarebbe stata davvero disastrosa per il nostro movimento) bisogna riconoscere che il nostro capitano ha fatto bene a rischiare il meno possibile. La “staffetta” fra Fognini e Starace era stata probabilmente preparata e comunicata ai giocatori sin dalla vigilia, con l’intento, obiettivamente condivisibile, di non rischiare un ventunenne all’esordio nel singolare decisivo e, nello stesso tempo, di preservare le limitate risorse atletiche di Starace, giocatore indispensabile in doppio nonché date le sue indiscusse doti di solidità mentale, anche nell’eventuale singolare decisivo. Insomma, Barazzutti si era preparato per garantirsi ove si fosse verificato lo scenario peggiore, una vittoria di Gulbis in entrambi i suoi singolari, come poi è puntualmente avvenuto. E da questo punto di vista, va riconosciuto che il giovane campione lettone è andato oltre le aspettative. Ha giocato benissimo per tre giorni, lui che ha nella discontinuità di rendimento il suo limite. Tra l’altro, le accuse a Barazzutti di aver “bruciato” Fognini mandandolo al macello contro un giocatore più forte e poi negandogli la possibilità di una rivincita sono destituite di fondamento. E se Fognini avesse perso, e al suo nome fosse rimasta legata la retrocessione in C? Allora si che Barazzutti lo avrebbe bruciato. Al contrario, mandando in campo il ben più esperto Starace, Corrado ha tutelato sia il ligure, sia l’intero movimento tennistico italiano, Molti, d’altro canto, hanno criticato Barazzutti per non aver schierato Starace titolare nella prima giornata. Va detto però che il campano, anche se fosse stato al meglio della condizione, per caratteristiche tecniche avrebbe avuto poche chances con un giocatore come il lettone, in grado, con il suo fantastico rovescio bimane, di anticipare costantemente la risposta contro il servizio kick, aggredendo la palla mentre sale. E quindi avrebbe agevolmente neutralizzato l’arma favorita di Potito, costringendolo a difendersi anche nei suoi turni di battuta. Da questo punto di vista, la scelta di schierare Fognini era più giusta, perché con le sue caratteristiche tecniche, se fosse riuscito ad esprimere un livello continuo, Fabio avrebbe potuto giocarsela meglio di Poto, e avrebbe potuto tenere maggiormente Gulbis in campo. Altre critiche hanno investito Corrado per non aver convocato, come quarto uomo, Flavio Cipolla, discreto doppista, anziché il convalescente Filippo Volandri, un quarto singolarista che, appena arrivato a Montecatini ha candidamente confessato di non avere i 5 set nelle gambe. E questa pare essere una critica più fondata, perché Cipolla, che ha buona attitudine alla specialità, difficilmente avrebbe fatto peggio di Seppi nel doppio. Tra l’altro, Cipolla e Starace quest’anno al Foro Italico erano riusciti a battere nientemeno che Llodra e Clement, la celebrata coppia di Davis francese. Altro che Juska… Ma Barazzutti non ha smentito la sua principale caratteristica: la prudenza. E far esordire due giocatori nello stesso match, con lo spettro della serie C, per uno con l’indole di Corrado, che anche quando giocava evitava accuratamente di prendere rischi eccessivi, sarebbe stato davvero troppo. Ora Corrado deve assolutamente lavorare per trovare un doppio affidabile, o non si andrà lontano.