“La nostra Australia chiusi in hotel” (Senigalliesi)

“La nostra Australia chiusi in hotel”

Travaglia: “Spero solo che finisca, voglio giocare presto” (r.sen., Corriere Adriatico Ascoli Piceno)

Qualcuno l’ha descritta come una prigione con il wi-fi. Altri postano immagini sui social dei loro giorni di quarantena. «Indubbiamente è una situazione paradossale – racconta Stefano Travaglia – che mette a dura prova la nostra pazienza. Siamo professionisti, à vero, ma è dura mantenere un equilibrio. Per quanto mi riguarda, dopo avere affrontato 40 ore di aereo sono stato 3 giorni murato nella mia stanza, 15/20 metri quadri, senza possibilità di uscire. E senza vedere nessuno. Neanche Simone (Vagnozzi ndr) il mio allenatore che sta nella stanza vicina alla mia. Ci sentiamo per telefono..». Ora va meglio? «Da un paio di giorni ci possiamo allenare ed è stata una liberazione. Era veramente duro poter vedere il campo da tennis dalla finestra dell’Hotel Hyatt, uno dei tre in cui siamo stati divisi qui a Melbourne, e non poterci andare. Ora il protocollo prevede 5 ore fuori dall’Hotel, guardati a vista dalla sicurezza, per allenarci in campo e per fare attività atletica, pasti e fisioterapia. Speriamo almeno che questo programma venga confermato, altrimenti sarebbe difficile preparare un torneo del genere. In queste condizioni di isolamento si potrebbe andare incontro a infortuni e a problemi fisici». Come è organizzata la giornata? «Militarmente. A parte le 19 ore in albergo, le 5 ore di “libera uscita”, ad orario fisso, cronometrate dal momento che si esce dalla camera, sono così suddivise: 15′ di tragitto fino ai campi, 2 ore di tennis, 1 ora e mezza di palestra, 1 ora per mangiare, 15′ per tornare in hotel. E, se sgarri, multe fino alla possibilità di esclusione dal torneo». […] Quali sono le aspettative adesso? «Spero soprattutto di potermi allenare. Ora lo faccio, seguendo le direttive di Tennis Australia, sempre con lo stesso mio collega, l’ungherese Fucsovic. Dalla prossima settimana si aggiungeranno Tiafoe e Popyrin, visto che potremo allenarci in quattro». Obiettivi? «Ora ci sarà un torneo a Melbourne prima degli Australian Open. Spero di fare bene. Lo scorso anno persi al primo turno, spero di migliorare. Determinante sarà come si uscirà da questa situazione».

Cocciaretto: “Chiusi in una stanza senza aria né tennis” (Roberto Senigalliesi, Corriere Adriatico Fermo)

Barricati, da tre giorni, in albergo, a Melbourne, per poter disputare gli Australian Open. […] I voli di Stefano ed Elisabetta erano covid free, ma la rigidità degli australiani li ha coinvolti visto che per 3 giorni non hanno potuto lasciare la loro stanza. La Cocciaretto è stata più fortunata, visto che ha potuto allenarsi un giorno prima di Stefano. Elisabetta come sta vivendo questa “prigionia”? «Bisogna adattarsi. Sapevamo di dover fare sacrifici per gli Australian Open, in tempo di pandemia, seguiamo le direttive del Tennis Australia, anche se fa strano stare tutto il giorno in una stanza. Ora, almeno posso allenarmi, anche se solo per 5 ore». Come trascorre le ore, da sola, nella sua stanza d’hotel? «Un po’ di ginnastica, qualche telefonata oppure mi scambio messaggi con amici e parenti, ma soprattutto gran parte del tempo la passo sui libri. Sto preparando un esame all’Università, sono iscritta a Giurisprudenza a Camerino, quando mi ricapita di avere tempo anche per studiare? Diciamo che faccio di necessità virtù». Il suo umore risente di questa situazione? «L’umore è abbastanza buono, bisogna guardare avanti. Speriamo di tornare a giocare presto e che la quarantena finisca. Anche se per 3 giorni non ho visto neanche il mio coach, guardando solo dalla finestra Melbourne, mangiando con il servizio in camera, come tutti in questo grande albergo». Con chi si allena quando è possibile farlo? «Ognuna di noi può allenarsi solo con una giocatrice. Io mi alleno con Sara Errani. Assieme c’è il mio tecnico Fausto Scolari e ad Alice Savoretti, anche lei marchigiana, che è allenatrice di Sara». […] La classifica mondiale? «Non ci penso, l’importante è migliorare. Il resto sarà una conseguenza».