La minaccia russa sul cibo europeo

(free) – di Paolo Balmas –

Il ministro russo per lo sviluppo economico, Alexei Ulyukayev, ha dichiarato che le restrizioni alle importazioni di cibo dai paesi dell’Unione Europea potrebbero essere ampliate.

La misura è da leggere come inasprimento delle relazioni dovute alle sanzioni che l’Occidente sta imponendo a Mosca da quando è esplosa la crisi in Ucraina. Tuttavia, lo stesso Ministro ha asserito che le contro-sanzioni non riguarderanno altri settori economici.

Allo stesso tempo, l’Unione Europea sta valutando in questi giorni se ampliare il periodo delle sanzioni imposte alla Federazione russa. I portavoce dell’Ue hanno fatto sapere che comunque non saranno aggravate quelle già esistenti. Lo scorso 17 giugno 2015 è stato approvato a Bruxelles il prolungamento delle sanzioni, che sono in scadenza a luglio, fino a gennaio 2016. Ma una presa di posizione definitiva sarà resa ufficiale per il 22 giugno.

Italia, Grecia e Cipro che inizialmente si erano opposte all’estensione delle sanzioni, alla fine si sono unite ai restanti membri dei ventotto paesi.

La possibile distensione fra Mosca e l’Occidente che alcuni analisti intravedono a breve termine sembra ancora un miraggio per vari motivi. Ci si può limitare a ricordare il recente accordo che la Francia ha siglato con le forze armate della Georgia. Parigi si è impegnata a fornire un sistema di difesa missilistico alla repubblica caucasica.

Sebbene la Georgia abbia un naturale bisogno di incrementare le proprie difese soprattutto in visione dei grandi progetti energetici che sta sviluppando con l’Azerbaijan e l’Unione Europea, l’installazione di un sistema missilistico risulta una pressione al confine russo.

La Francia ha affrontato la questione della vendita delle navi da guerra già assegnate alla marina russa e non consegnate. La Nato e gli Stati Uniti si erano detti preoccupati per tale accordo. La sequenza degli eventi non può che risultare un affronto per le forze armate della Federazione russa.

Inoltre, si inserisce in questo contesto la recente nomina dell’ex presidente georgiano, Mikhail Saakashvili, a governatore della regione di Odessa, una delle più importanti dell’Ucraina.

Infine, la decisione di Washington, di qualche giorno precedente, di fornire la presenza di soldati (circa cinquemila unità) e armamenti distribuiti nei paesi dell’est europeo confinanti con la Federazione russa, può completare il quadro.

Nell’insieme si scorgono i segnali della precisa volontà di una parte dell’Occidente di mantenere rigido il rapporto fra l’Unione Europea e la Russia.

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